26.11.2011 – Porto il saluto cordiale e un ringraziamento particolarmente sentito a tutti i partecipanti a questo Convegno riguardante “ Il disabile ed il lavoro” da parte del Presidente Nazionale ANMIC dott. Giovanni Pagano e da tutti gli organismi nazionali dell’ Associazione.
Questo è un Convegno importante sia per il tema che si propone di analizzare il lavoro e le persone disabili, sia perché organizzato in un momento molto particolare della vita del nostro Paese.
Infatti oggi tutto il Paese è impegnato a cercare di uscire da questa crisi nazionale e internazionale e uno dei pilastri su cui si dovrà reggere la nostra ripresa economica e produttiva è senz’altro legata sia alla diminuzione delle persone disoccupate, sia all’ apertura di nuove possibilità di lavoro collegate comunque ad una nuova politica bancaria per la concessione del credito.
Si tratta di rimettere in moto un volano che pare essersi fermato o quasi, non solo in ITALIA ma anche in altri paesi provocando, attraverso la stagnazione dei consumi, un incremento del numero delle persone disoccupate fra le quali purtroppo dobbiamo annoverare molti giovani. E’ appena il caso di ricordare che un giovane su tre è disoccupato e che fra quelli che lavorano, molti hanno un contratto a tempo determinato.
Oggi è il tempo della precarietà in ogni settore, in ogni manifestazione della vita.
E i disabili? Come vivono questo duro momento? Quali sono le loro prospettive di lavoro aggravate anche da ulteriori difficoltà dovute alla loro disabilità.
Per cercare di dare una risposta a tutte queste domande si tiene questo importante Convegno dal quale ci auguriamo possano uscire idee, concetti ed eventuali progetti che possano in un futuro prossimo aiutare il nostro Paese a riprendere la giusta rotta.
Aiuteremo così, sia la nostra Associazione, sia la nostra Regione sempre attente a cogliere le novità quando si tratta di persone disabili per consentire loro una migliore qualità della vita.
Ecco perché a chiusura di questo mio breve saluto e ringraziamento agli organizzatori, esprimo l’augurio che nel corso di questo convegno avremo l’opportunità di sentire dai vari relatori analizzare il lavoro in tutte le sue sfaccettature e comunque quale elemento fondamentale per costruire per tutti, ma in particolare per una persona disabile, un progetto di vita.
Voglio concludere ricordando a tutti che, sempre nella vita di una persona disabile, vi sono barriere da superare:
Barriere architettoniche che tutti purtroppo ben conosciamo;
Barriere che tentano di impedire l’entrata del disabile nel mondo del lavoro;
Barriere culturali (queste più difficilmente superabili) perché componenti del nostro retaggio culturale: ma è bene ricordare che la nostra Associazione fin dal suo sorgere ha ingaggiato contro queste barriere e coloro che le sostengono una lotta anche feroce e senza esclusione di colpi sostenendo che: “ una giusta politica sociale rappresenta uno dei massimi valori civili e cristiani dell’uomo se realizza pienamente interventi solidali nei confronti della persona meno dotata”.
L’ANMIC – Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili, da sempre auspica che questi fondamentali valori riescano a permeare la cultura dell’odierna società che oggi pare averli dimenticati .
Ecco perché oggi confidiamo in un futuro migliore che consenta alla nostra Associazione di opporsi, con la forza della ragione, alle decisioni che oggi sembrano avere sempre più ascolto, le quali invece puntano decisamente al benessere materiale di pochi.
La nostra Associazione pertanto crede fermamente che la crescita di cultura sociale e solidale nel nostro paese sia in grado di confutare con efficacia la falsità delle tesi sostenute da coloro che, viste le difficoltà economiche nelle quali si dibatte il Paese, relegano i problemi sociali ai margini e quindi da finanziare eventualmente con risorse residuali, se e quando ne siano rimaste.
Riprenderò questi concetti nella seconda parte del mio intervento; nel frattempo vi invito a meditare su un pensiero che spesso ricorre negli interventi del nostro Presidente Nazionale: “ un posto di lavoro rappresenta spesso una pensione in meno”.
Avevo chiesto di meditare sul pensiero del nostro Presidente Nazionale “ Un posto di lavoro rappresenta spesso una pensione in meno” e sui concetti in esso contenuti.
Per me esprime in sé in estrema sintesi la filosofia che sta dietro e dentro all’idea LAVORO e cioè
1)Finalmente, come avviene nei paesi più evoluti e culturalmente più avanzati, la persona disabile tende ad essere sempre più lavoratore e contribuente e sempre meno oggetto di politiche assistenzialiste.
Quindi il disabile, anziché gravare sul bilancio dello stato anche se per una minima somma di 267 euro al mese di pensione, con il proprio lavoro contribuisce sia all’aumento del prodotto interno lordo, sia all’incremento delle entrate dello stato in quanto contribuente;
2)Sostiene con forza ciò per cui l’Associazione ha da sempre lottato ossia ha privilegiato il lavoro alla pensione.
Il lavoro infatti:
Valorizza le residue capacità personali dando dignità, autonomia ed indipendenza ;
Consente la piena ed effettiva partecipazione ed inclusione della persona nella società;
Protegge i diritti su una base di uguaglianza , pari remunerazione e quindi pari risorse economiche per la persona disabile;
Rende possibile un ulteriore e fondamentale sviluppo culturale.
In estrema sintesi il lavoro per la persona disabile vuol dire entrare nella società dalla porta principale; rappresenta uno stimolo importante per migliorarsi, per socializzare, per costruirsi una propria vita affettiva.
Da ultimo, ma non meno importante, in molti casi il lavoro può contribuire, unitamente ad appropriate cure mediche, anche ad un recupero psicofisico della persona .
Tutte queste, e non sono certamente poche, non sono state le uniche cose che mi hanno spronato ad essere presente a questo vostro Convegno, ma anche la possibilità di raccontarvi l’ANMIC, l’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili che molti non conoscono.
Nei suoi oltre 55 anni di vita si è impegnata ad organizzare lotte, manifestazioni, marce del dolore, andando incontro a vittorie e sconfitte ma quel che più conta ha dato un contributo fondamentale alla costruzione dello stato sociale nel nostro Paese.
Senza l’ANMIC e senza le sue manifestazioni, ho seri dubbi che il paese avrebbe avuto leggi importanti sul lavoro, pensioni, indennità di accompagnamento, scuole, contro le barriere architettoniche che fino ad oggi giustamente tutti utilizzano per fare valere i propri diritti.
Leggi tutte importanti in favore del benessere generale e particolarmente per le persone con disabilità, enunciate nella nostra Costituzione sono state rese possibili dalle lotte della nostra Associazione come si può evincere dalla mostra.
Ed è da tutto quanto è stato ottenuto che ci sentiamo oggi di poter assicurare ai disabili e alle loro famiglie che l’Associazione intende continuare a lottare affinché il disabile goda della migliore qualità della vita possibile.
Le leggi che hanno regolamentato il collocamento al lavoro delle persone disabili ottenute dall’ANMIC sono state:
Legge 1539/65;
Legge 482/68
utilizzando le quali migliaia e migliaia di disabili hanno ottenuto un posto di lavoro.
La 482/68 è rimasta attiva per oltre 30 anni.
Fu una legge importante per il suo tempo ma essendo i disabili collocati non adeguatamente preparati attraverso processi di formazione professionale, anziché un’importante occasione, fu un momento di grave difficoltà per il mondo imprenditoriale tanto da considerare queste assunzioni come una sorta di tributo aggiuntivo.
Questa situazione spinse molti datori di lavoro privati a preferire di pagare le sanzioni previste (per altro minime) per gli inadempimenti oppure ricorrere al giudice piuttosto che assumere i disabili e nelle amministrazioni pubbliche invece si assistette a numerose assunzioni spesso legate a fenomeni elettoralistici.
Per questi motivi era ora di intraprendere una nuova strada che valorizzasse in modo autentico la persona. Si cominciò pertanto a ragionare sul nuovo concetto di “inserimento mirato”.
La 482/68 dopo oltre 30 anni di “onorato servizio” se ne andava in pensione in quanto obsoleta nei principi fondanti e lasciava il posto alla neonata 68/99.
Quali le novità della nuova legge?
1)Filosofia non coercitiva
La legge offre:
a)Possibilità incentivanti per le aziende;
b)Adeguate misure di flessibilità (chiamata nominativa, convenzione con le cooperative ecc.)
c)Offerta di servizi da parte di operatori specializzati.
2)Quale l’obiettivo?
Associare nell’impegno azienda e invalido cercando se possibile di non creare oneri aggiuntivi per l’una e possibili processi di frustrazione per l’altro.
3)Lavoro mirato
Valutare adeguatamente le persone disabili utilizzando sia strumenti tecnici sia di supporto avendo come fine ultimo il suo inserimento nel posto più adatto attraverso un’analisi delle disponibilità ( utilizzando all’uopo una nuova struttura 2il Comitato tecnico scientifico”).
La legge 68 / 99 ebbe da parte dell’ANMIC un’accoglienza tiepida; si disse allora “ luci ed ombre” sia per la sua incompletezza (fin dal suo nascere mancavano alcuni decreti legge attuativi) sia perché si notò che si stava purtroppo ripetendo la vocazione a non tenere conto degli obblighi previsti proprio in merito al concetto di “ assunzione mirata” soprattutto in relazione alla formazione professionale in molte regioni assai carente per non dire negletta.
Inoltre l’alto numero di richieste di esoneri parziali motivati con ragioni di palese incompatibilità consentono alle ditte di non pagare neppure le sanzioni previste.
La nostra regione si è subito impegnata per la concreta e puntuale applicazione della legge 68/99 intervenendo anche con propria legge regionale n.17/2005.
Nella provincia di Reggio Emilia dalla data di entrata in vigore della legge succitata al 30 giugno del 2011 sono state collocate 4.748 persone disabili. Si tratta di una quota altamente significativa ma nonostante ciò i disabili iscritti nelle liste nel 2000 che erano 1.769 ed ora alla data del 30 settembre 2011 sono 3.648 pari al 206% di incremento.
Questo significa che annualmente, nonostante l’alta capacità di assorbimento occupazionale, questa non risulta sufficiente per coprire le nuove iscrizioni e quindi le nuove necessità.
Anche il dato regionale riporta:
16.156 iscritti al collocamento mirato nel 2000;
32.346 iscritti al collocamento mirato alla data del 31/12/2009 pari a oltre il 200% ;
E’ facilmente prevedibile che continuando con questo ritmo di collocamento credo che fra breve i posti di lavoro previsti dalla legge 68/99 saranno esauriti mentre diverse migliaia di persone disabili continueranno a chiedere un posto di lavoro.
Sarà opportuno pertanto che alla prossima Conferenza Regionale sull’integrazione lavorativa delle persone con disabilità di prossima programmazione, le rappresentanze dei lavoratori, dei datori di lavoro, le associazioni delle persone con disabilità e le loro famiglie si presentino con proposte, idee, progetti e programmi che consentano un riequilibrio in positivo della situazione.
L’ ANMIC, proprio per fronteggiare questo ed altri problemi incontrati nelle altre regioni, ha istituito una Commissione Nazionale per studiare i problemi e le difficoltà ritenuti fondamentali sia per migliorare la qualità della vita delle persone disabili, sia per la piena e puntuale attuazione della legge 68.
Credo che si debba chiedere il più ampio rispetto della “Convenzione sui diritti delle persone con disabilità” approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2006 e divenuta legge nazionale. Questo documento, che cambierà la qualità della vita a 650 milioni di persone disabili in tutto il Mondo intervenendo nei vari campi della vita con indicazioni prescrittive molto precise, dovrà rappresentare la nostra stella polare. L’ANMIC come sempre sarà al vostro fianco per favorire e valorizzare il passaggio da principi fondamentali a diritti esigibili di quanto contenuto nella convenzione.
Saluti