Si chiama “Bisognava provarci. Parma e la malattia mentale: dal manicomio ai servizi territoriali” il volume di Progetto Itaca Parma. Un’appassionante ricerca storico-antropologica – firmata da Valerio Cervetti, Ilaria Gandolfi e Paola Gennari ed edita da Grafiche Step – sul ruolo altamente originale e innovativo svolto dalla città emiliana nel movimento che a livello nazionale ha portato alla legge 180/1978 e alla nascita dei servizi territoriali per la salute mentale.
Il libro sarà presentato presso la biblioteca CePDI mercoledì 23 ottobre alle ore 18. Alla presentazione saranno presenti gli autori Valerio Cervetti, Ilaria Gandolfi e Paola Gennari. Saranno presenti anche Pietro Pellegrini, Gianni Caselli, Danilo Amadei e Walter Antonini.
Il LIBRO
“Bisognava provarci” è la storia di Giordana, che al manicomio di Colorno ci è nata; di Mauro, che lì ha fatto l’infermiere e ora è la sua famiglia; e di Loredana, che quando seppe che l’Ospedale avrebbe chiuso, pensò: Santo Dio e adesso? Come faremo? È la storia di Giacomo, Vincenzo, Corrado, Maria: giovani psichiatri con la voglia di cambiare il mondo, poco più che ventenni, catapultati nella bocca del leone, costretti a cercare una via di fuga dall’orrore dei reparti. È la storia di Stefano, che per evitare un TSO una notte ricoverò una Moto Morini; e di Carla, che ancora oggi ricorda i sorrisi sdentati del suo Luciano… “Bisognava provarci” è la storia di Mario; di quando pensò: Io li porto a casa! e delle strategie con cui riuscì a farlo per davvero. Delle sue telefonate a Marcella, alle sei del mattina, e di quando insieme forzarono le cose fino all’azzardo. È la storia di Franco, che seminò a Colorno ma volò quasi subito a Trieste; di Ferruccio, che silenzioso e instancabile ne prese il testimone… e di tanti, tantissimi altri.
“Bisognava provarci” è la storia dell’Ospedale Psichiatrico di Colorno e della città (della comunità) che seppe chiuderlo. Immaginandosi una risposta diversa alla malattia mentale: mai del tutto formulata, mai del tutto compiuta. Su cui ancora oggi si interroga. Perché non c’erano (e non ci sono?) ricette pronte, armi segrete, libretti di istruzione. Perché nessuno sapeva davvero come, ma bisognava provarci.
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