17.05.2012 – Ancora una volta i più deboli sono destinati ad essere i primi destinatari dei tagli allo stato sociale che, giorno dopo giorno, si susseguono ormai senza sosta. Ancora non si sa bene quale impatto avrà, sicuramente devastante ma ancora incerto, sulle famiglie con disabili gravi il pagamento dell’Imu; ed ecco che altre nubi nefaste si addensano all’orizzonte.

La sezione di Parma dell’Anmic vuole sottolineare la posizione della Fand (la Federazione delle associazioni dei disabili cui l’Anmic aderisce), della Fish (Federazione italiana per il superamento dell’handicap) e dell’ufficio disabili della Cgil nazionale che si schierano nettamente contro l’ipotesi di riforma dell’Isee, circolata in questi giorni.

CGIL e associazioni dei disabili, unitariamente, dichiarano che è “inaccettabile qualsiasi ipotesi di ulteriore taglio allo stato sociale e alla dignità delle persone con disabilità”.

“I tagli – spiegano – sono messi in conto con il pretesto di una riorganizzazione di tutto il sistema del Welfare italiano, ma è incomprensibile e inaccettabile che si parta sempre dai più deboli. In realtà, siamo alle solite: si continuano a tutelare le componenti più forti della società e nello stesso tempo si continuano a indebolire i cittadini già duramente colpiti dalla vita e che compiono veri e propri miracoli ogni giorno per assicurare a loro stessi e alle loro famiglie una vita dignitosa”

“In particolare – concludono Fand e Fish e CGIL – le ipotesi, se corrispondessero al vero, di riforma dell’Isee prevedono di includere assegni, pensioni e indennità di accompagnamento nel computo generale dei redditi, infliggendo l’ennesimo durissimo colpo ai diritti di cittadinanza faticosamente conquistati in anni di lotte. Si tratta, infatti, di prestazioni economiche che garantiscono livelli essenziali di vita a persone che hanno perso la capacità di produrre reddito o non sono autosufficienti”.

Manifestazione delle persone con disabilità contro il nuovo ISEE il 23 maggio a Roma

La Manovra Monti, approvata a larga maggioranza, ha delegato il Governo a rivedere i criteri di calcolo e gli ambiti di applicazione dell’ISEE.

L’ISEE, indicatore delle situazione economica equivalente, è lo strumento usato per stabilire il diritto all’accesso a molti servizi e prestazioni sociali e per fissare l’eventuale partecipazione alla spesa. Si ricorre all’ISEE per l’accesso agli asili nido, al trasporto e alle mense scolastiche, ai servizi per gli anziani e per i disabili, alle agevolazioni tariffarie su elettricità e gas e molto altro.

Uno strumento che interessa milioni di famiglie italiane, in particolare quelle in maggiore difficoltà.

In questi giorni il Ministero del Lavoro e quello dell’Economia stanno definendo il testo del decreto che interverrà sull’ISEE e i segnali sono tutt’altro che rassicuranti. Il nuovo ISEE sarà gravemente svantaggioso per le famiglie in cui è presente una persona con disabilità grave o un anziano non autosufficiente. Le misure in via di adozione prevedono, infatti, di conteggiare come se fossero redditi anche gli aiuti monetari che lo Stato riconosce alle persone con disabilità (assegni di cura, indennità di accompagnamento, pensioni). Le detrazioni previste per spese sanitarie e di assistenza non modificano l’impatto negativo dell’impianto. Centinaia di migliaia di famiglie verranno escluse dall’accesso agevolato ai servizi e alle prestazioni. Una misura iniqua che colpisce i più deboli.

Ma non è tutto. Circolano insistentemente voci ancora più inquietanti rispetto all’applicazione futura dell’ISEE. Questo sarebbe applicato anche ai fini della concessione di pensioni e indennità di accompagnamento riservate alle persone con grave disabilità e ad ogni altra prestazione di sostegno all’autonomia personale. Un’ipotesi gravissima e smaccatamente volta a tagliare quel già minimo sostegno economico che lo Stato riconosce in caso di invalidità civile. A pagarne il prezzo sarebbero, ancora una volta, le persone con disabilità e le loro famiglie. Un’ipotesi che le Federazioni delle persone con disabilità respingono decisamente e con sdegno e che nessuna voce ufficiale del Governo ha finora smentito.

FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili) e FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), di fronte a questo duplice e grave attacco ai diritti e alla dignità delle persone con disabilità, sono in stato di mobilitazione.

Informare i Cittadini e le organizzazioni dell’impegno civile, sollecitare un intervento del Parlamento, convincere lo stesso Governo della sciagura di cui potrebbe essere causa: sono queste le linee immediate di azione fino a culminare con una grande Manifestazione Nazionale indetta a Roma per il giorno 23 maggio prossimo.