Di seguito le dichiarazioni del presidente provinciale di Anmic Parma Walter Antonini, in seguito all’articolo apparso sulla Gazzetta di Parma di oggi sul tema dell’accessibilità della stazione di Colorno.

“Le affermazioni di Rfi (Rete Ferroviaria Italiana) in merito alla stazione di Colorno, inaccessibile alle persone con disabilità o ridotta mobilità, sono vergognose, fuori dal tempo, irricevibili. Le abbiamo rilette più volte, perché non volevamo crederci. “Le persone con disabilità o ridotta mobilità hanno la possibilità di accedere al servizio ferroviario utilizzando le stazioni accessibili più prossime al punto di origine del loro viaggio. In questo caso la stazione accessibile più vicina è quella di Parma”. Ecco come essere trattati dallo Stato come cittadini di serie B. Paradossale: abbiamo problemi di mobilità e il treno lo andiamo a prendere da un’altra parte. Chi invece non ha problemi, lo prende dove vuole. E i cittadini di Colorno che vogliono andare a Parma in treno come fanno? Niente: esclusi dalla società, dalla vita pubblica, dalle relazioni. Chiusi in casa, così ci volete. Le dichiarazioni di Rfi sono violente e contro ogni diritto. Quelle parole non sono soltanto inopportune, ma riescono anche nell’impresa titanica di violare ben sei degli otto principi generali (articolo 3) della Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità: rispetto dell’autonomia individuale, compresa la libertà di compiere le proprie scelte, e dell’indipendenza delle persone; la non-discriminazione; la piena ed effettiva partecipazione e inclusione all’interno della società; il rispetto per la differenza; l’eguaglianza di opportunità; l’accessibilità. Magari sarebbe utile buttare un occhio anche all’articolo 9 della Convenzione, che obbliga gli Stati ad eliminare le barriere anche nei trasporti. Svegliatevi. Sono anni che c’è una grande battaglia culturale e sociale per la possibilità di accedere ai treni italiani. La vostra rete è vecchia, i treni anche. Quelli nuovi vengono realizzati senza tenere conto dell’accessibilità e nelle stazioni gli ascensori e i montascale non funzionano. Praticamente solo in Italia bisogna fare prenotazioni giorni prima e inviare documentazioni come se fossimo tutti falsi invalidi. I treni hanno i gradini e dobbiamo salire con dei montacarichi come fossimo delle merci. Sembra che alle Ferrovie dello Stato non interessi nulla delle persone con disabilità e non capiamo perché. Nei Paesi civili, i treni e le stazioni sono già accessibili. Invece qui hai bisogno di due persone e  dei carrelli elevatori per muoverci come pacchi: l’investimento iniziale sull’accessibilità farebbe anche risparmiare un sacco di soldi. E ci risparmiereste anche la frustrazione nel leggere le vostre dichiarazioni discriminatorie. Ci avete mancato di rispetto: invitandoci ad andare a Parma a prendere il treno è come se ci aveste mandato a quel paese. Invece noi andremo dal sindaco di Colorno per capire cosa fare per difenderci: noi persone disabili e la comunità colornese. Voi, signore e signori di Rfi, rileggetevi. Pensiamo ancora che possiate ricredervi”.

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