12.10.2018 – L’Inps riconoscerà un sostanzioso incentivo economico ai medici in base a quante prestazioni per malattia e invalidità riusciranno a revocare. In pratica, nel “Piano delle Performance 2018-2020” si legge che la loro efficienza sarà valutata anche in base a quanto faranno risparmiare all’Istituto, tagliando o abbassando il grado di invalidità da riconoscere durante le visite di accertamento.
L’Anmic, la più grande associazione di tutela delle persone con disabilità, non accetta una simile disposizione. “Cos’è, una taglia sugli invalidi? Una caccia all’uomo? E’ scandaloso creare un sistema con cui si danno aumenti di retribuzione ai medici legali Inps che negheranno legittimi diritti a cittadini con disabilità – dichiara Walter Antonini, presidente dell’Anmic -. Il medico è dei cittadini, non dello Stato; il medico deve decidere in base al reale stato di salute di una persona e non può essere condizionato dalla promessa di incentivi economici: il conflitto di interessi sarebbe insostenibile e il rischio è che voglia arricchirsi sulla pelle di tanti disabili. È come mettere Dracula a fare i prelievi del sangue. A questo punto ci affidiamo alla professionalità e alla deontologia dei medici di Parma, a cui riconosciamo un grande senso etico. Questa sistema premiante non è solo vergognoso su un piano etico, ma è anche incostituzionale. E non vorrei che dello scontro attuale tra Governo e Boeri pagassero le conseguenze i disabili”.
Una volta interpellato, il presidente dell’Inps Tito Boeri ha confermato il provvedimento, difendendolo, parlando di recupero di somme e riduzione di debito pubblico, senza fare il minimo cenno ai diritti degli invalidi civili. Tutto questo nonostante le proteste di Anmic nazionale, dell’Ordine dei Medici e della Ministra della Salute.