24.09.2012 – Nei giorni scorsi, nella sede provinciale di Parma dell’Anmic, si è tenuto un incontro tra il presidente provinciale Anmic Alberto Mutti, il presidente regionale Anmic Ivano Gardelli e il presidente regionale Fand (Fondazione Associazioni Nazionali Disabili che raccoglie al suo interno l’Anmic, l’Unione Italiana Ciechi, gli Invalidi di Servizio, gli Invalidi del Lavoro e l’Ente Nazionale Sordomuti) avv. Stefano Tortini.
Un incontro importante per stilare programmi di lavoro integrati e coordinati sulle principali tematiche che riguardano il mondo della disabilità.
“Il nostro obiettivo è quello di amalgamare al meglio le nostre attività, coordinandoci con più cura e aggiornandoci continuamente sulle problematiche da affrontare con maggiore urgenza, sia su scala locale che regionale – spiega il presidente Tortini -. Le tematiche da affrontare sono davvero molte e sono aggravate dalla crisi e dalle misure messe in campo per affrontarla. E’ giusto tagliare i costi, ma bisogna essere attenti alle modalità con cui si opera: tagliare in modo indiscriminato non è sinonimo di equità. Finora si sono colpite molto le fasce deboli mentre i più benestanti sono stati soltanto sfiorati; basti pensare allo scudo fiscale, alla tassazione dei grandi patrimoni e delle rendite finanziarie. Abbiamo condotto una battaglia dura relativamente agli emolumenti economici per i disabili: garantire autonomia ai disabili gravi o almeno una esistenza dignitosa è un obbligo per una società civile. La produttività non si recupera se non si applica una politica forte sul Welfare: se manchiamo su questo punto avremo insanabili danni futuri sotto il profilo economico e sociale”.
Anche perchè un risparmio immediato non è sempre sinonimo di vantaggio economico assoluto: “Incassare oggi può avere effetti devastanti domani – continua Tortini -. Si sono messe in discussioni le pensioni di invalidità con visite di revisione operate da commissioni mediche con costi elevatissimi: si sa quante pensioni sono state revocate, ma non quante sono state poi riassegnate dal Giudice, con tanto di spese legali e interessi in carico all’Inps e quindi allo Stato. Noi lottiamo aspramente contro i falsi invalidi, perchè le prime persone a cui rubano risorse economiche e posti di lavoro siamo proprio noi veri disabili. Ogni falso invalido ruba la dignità ad un disabile che cerca di integrarsi nel mondo del lavoro tra mille difficoltà”.
“Senza contare il risvolto mass-mediatico – aggiunge Gardelli – per cui ogni caso eclatante (falsi ciechi che guidano l’auto) sembra ricadere sull’intera categoria come se questa fosse la principale responsabile degli sprechi economici del Paese”.
Altro tema al centro dell’incontro è stato quello del lavoro, un diritto costituzionalmente garantito: “Attraverso il lavoro il disabile completa la propria integrazione e realizza la propria dignità. Oggi sono troppe le difficoltà dell’inserimento degli invalidi nel tessuto produttivo del Paese – spiega Tortini -. La legge 68 del 1999 presenta lacune evidenti; così come in molti altri campi serve una riforma normativa che sia accompagnata da un passaggio culturale indispensabile per realizzarla. Solo attraverso la collaborazione tra le nostre associazioni, gli imprenditori e i sindacati si possono raggiungere gli obiettivi. Mettere insieme questi mondi per arrivare alla consapevolezza che l’assunzione di un disabile non deve essere solo un obbligo, ma può diventare un valore aggiunto per l’impresa”.
“Del resto un posto di lavoro in più – interviene il presidente Mutti – rappresenta un investimento che diventa nel tempo una risorsa economica per lo Stato in termini di entrate fiscali e, a volte, un risparmio in termini di pensione”.
“Quello che auspichiamo in ambito territoriale – conclude Tortini – è che la Regione Emilia Romagna mantenga la grande sensibilità dimostrata in questi anni nella collaborazione con le nostre associazioni e nella declinazione delle norme nazionali; applicandole in ambito locale con la ragionevolezza e l’equilibrio che, nei limiti delle possibilità interpretative, ne ha sempre contraddistinto le decisioni”.