28.02.2014 – La sezione provinciale di Parma dell’Anmic, in pieno accordo con l’Anmic nazionale e la FAND (che raggruppa le principali Associazioni che operano a tutela dei disabili) dichiara con fermezza la sua contrarietà ai nuovi criteri legislativi introdotti per il computo dell’ISEE.
Dallo scorso 8 febbraio è entrata in vigore la riforma dell’indicatore varata dal Governo Monti nel cosiddetto decreto “Salva Italia”, con lo scopo di migliorarne la capacità selettiva per l’accesso alle prestazioni socio-sanitarie e socio-assistenziali. Principi in linea di massima condivisibili, ma fortemente penalizzanti per i disabili a causa dell’introduzione del concetto di “reddito disponibile”. Nel calcolo dell’ISEE vanno infatti computate a titolo di “reddito disponibile” assegni e pensioni di indennità civile, di cecità e di sordità, oltre alle indennità di accompagnamento e alle rendite Inail e degli invalidi per servizio.
Nonostante la ferma opposizione delle Associazioni di categoria, che hanno comunque ottenuto l’introduzione di forme compensative (franchigie) che limitano gli effetti penalizzanti per i disabili, la legge impedisce di fatto di escludere dal computo somme percepite non come reddito, ma erogate dallo Stato per garantire il minimo indispensabile per far fronte alle esigenze primarie della vita a chi non è autosufficiente o privo di capacità lavorativa.
Proprio per questo motivo la riforma dell’ISEE, secondo il parere dell’Anmic e della FAND, presenta profili di incostituzionalità che le stesse Associazioni tenteranno di portare all’attenzione del Tar del Lazio attraverso un ricorso collettivo, cui è possibile aderire tramite il blog “Stop al nuovo Isee” o i principali social network.
Parallelamente l’Anmic sta predisponendo una modifica normativa che escluda le provvidenze dei disabili dal computo del reddito ai fini ISEE. In questo senso la sezione provinciale di Parma dell’Anmic sottoporrà la questione ai Parlamentari di Parma perchè si facciano promotori di iniziative utili a cancellare questa norma fortemente penalizzante per i disabili.