30.05.2017 – Cinque domande ai candidati sindaco su altrettanti temi relativi alla disabilità. Sono circa 10 mila le persone disabili a Parma e Anmic (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili), la più grande associazione italiana di tutela della categoria, ha deciso di interpellare i candidati con cinque quesiti che sono stati presentati questa mattina nella sede provinciale dell’associazione, in via Stirone. Diversi i temi oggetto delle domande: disability manager, barriere architettoniche, turismo accessibile e inclusione sociale. Inoltre è stato chiesto l’impegno, ai due candidati che eventualmente accederanno al ballottaggio, a fare un giro della città in carrozzina.
“Le domande riflettono oltre 60 anni di attività sul territorio a tutela delle persone con disabilità – spiega Alberto Mutti, presidente provinciale e vicepresidente nazionale di Anmic -. In città sono circa 10 mila: un numero considerevole, a cui vanno aggiunti i famigliari. Abbiamo voluto evitare un confronto pubblico con i candidati, perché non li consideriamo tuttologi: vogliamo che ci rispondano dopo essersi confrontati all’interno dei loro gruppi di lavoro, perché auspichiamo risposte precise e concrete”.
Ad entrare nel merito dei temi oggetto delle domande è Walter Antonini, vicepresidente provinciale di Anmic: “A Bologna è stato istituito il disability manager e funziona, mentre a Parma c’era l’agenzia dei disabili ed è stata soppressa. Per quanto riguarda le barriere architettoniche, il tema è molto ampio, ma se già il Comune si impegnasse a incentivare i commercianti ad eliminarle dai negozi, con soluzioni fisse e definitive, faremmo un grande passo in avanti. Anche perché i disabili sono persone che spendono e ne beneficerebbe tutta l’economia. Stesso discorso per il turismo, che se fosse accessibile permetterebbe a Parma di essere una città più accogliente e ricca. Infine, vogliamo capire dai candidati quali progetti hanno per l’inclusione delle persone con disabilità”.
Antonini precisa inoltre che “chiediamo ai cittadini di valutare le risposte dei vari candidati e di tenere in considerazione le storie e l’impegno nel sociale che hanno maturato fino ad oggi, in particolare a favore di disabili, anziani, bambini e famiglie”.
Quinta e ultima domanda, la disponibilità da parte dei candidati a mettersi nei panni di una persona con disabilità fisica sedendosi su una carrozzina per un giro della città.
La conferenza stampa, che ha visto la partecipazione anche dei rappresentanti di altre associazioni che si occupano di disabilità, è stata anche l’occasione per presentare la nuova campagna di comunicazione di Anmic Parma, sempre più moderna e chiara nel veicolare i servizi e la vicinanza ai disabili e alle loro famiglie.
LE 5 DOMANDE AI CANDIDATI SINDACO DELL’ANMIC
1 – Disability manager. A Bologna l’amministrazione comunale, a inizio mandato, ha istituito il disability manager, una figura che deve promuovere e valutare la compatibilità di ogni atto dell’amministrazione con i diritti e le esigenze delle persone con disabilità. Ha intenzione di istituirlo anche a Parma? Se sì, come? Se no, perché?
2 – Barriere architettoniche nei negozi. Tantissimi negozi in città hanno uno o più gradini di accesso. Pensa che il Comune debba agevolare i commercianti nell’eliminare le barriere architettoniche con soluzioni permanenti? Se sì, come? Se no, perché?
3 – Turismo accessibile. Parma ha un grande potenziale turistico. Come pensa di incentivare in città il turismo accessibile che, solo in Italia, ha un potenziale di visitatori di 10 milioni tra disabili e over 65 (127 milioni in Europa)?
4 – Integrazione. Ha in mente dei progetti che favoriscano l’integrazione delle persone disabili con il territorio, le sue persone e le sue attività? Se sì, quali?
5 – Giro in città in carrozzina. In caso di ballottaggio, si presterebbe con l’altro candidato sindaco a fare un giro per la città in carrozzina, guidati dall’Anmic, in modo da prendere coscienza direttamente dei problemi delle barriere architettoniche e non solo?
LAURA BERGAMINI (PARTITO COMUNISTA)
ETTORE MANNO (PARTITO COMUNISTA ITALIANO)
Gent.mo Presidente
La ringrazio dell’invito e volentieri rispondo alle sue domande. E’ superfluo indicare la vostra associazione come grande esempio di solidarietà e di tenacia che non ha visto soste nella tutela dei diritti dei cittadini svantaggiati.
Se esiste una associazione che debba tutelare le persone svantaggiate e il chiaro esempio che il principio di uguaglianza così come sancito dalla Costituzione non è realizzato e tanto cammino Voi, e coloro che nelle rappresentanze democratiche si battono per questi diritti, debbono fare, ed io, sono uno di questi, da sempre al Vostro fianco .
Andiamo per ordine:
1 Sono favorevole al disability manager, per gli scopi enunciati nel proprio profilo professionale, ma mi spingo più in là, detta figura deve avere il compito di formare i funzionari del comune ed anche verificare le compatibilità dei progetti privati e pubblici alle esigenze delle persone portatori di handicap.
2 In merito alle barriere dei negozi credo che il comune con la sinergia della regione debba favorire attraverso una capiente leva che va dal risparmio fiscale a veri incentivi finalizzati una politica di adattamento degli immobili adibiti al commercio.
3 sul turismo accessibile, scontiamo anni di una cultura indifferente.Penso alla semplicità della possibilità di adeguati Minibus elettrici compatibili al servizio delle mete turistiche ( in poche parole Parma città dove al tuo arrivo un mezzo attrezzato ti accoglie e ti offre in modo collettivo una visita guidata con risparmio di tempo ed energie).Ricordo una App costruita da un bimbo di sette anni che indichi luoghi ed esercizi commerciali completamente accessibili.
4 Parma ritorni città della solidarietà.Occorre recuperare ed usare le sanzioni per l’inosservanza della Legge 68 in città, destinare parte delle sanzioni stradale in progetti di mobilità, iniziare dalle scuole la formazione all’ uguaglianza come pratica di cultura delle coscienze, stabilire periodicamente delle giornate di uguaglianza come momento collettivo. Verificare ed incentivare il lavoro come leva fondamentale di una reale integrazione
considerare l’appoggio scolastico una risorsa e non un peso.Attraverso strumenti adeguati estendere gli inserimenti lavorativi con le cooperative di solidarietà facendo leva anche ai piani delle Fondazioni sulle povertà. Ma la scommessa più importante è la possibilità di socializzazione come fruizione del territorio, da parte dei disabili gravi e gravissimi, che hanno necessità ben diverse rispetto ad un normale disabile che sia affetto,ad esempio, da sindrome di down. Molti disabili gravi sono reclusi nelle proprie abitazioni per la mancanza di appositi montascale e ascensori; i costi per l’installazione, purtroppo, sono molto spesso insostenibili per le famiglie che devono sopperire alle spese necessarie per la cura del disabile, nella quasi totale assenza di stato, regione, comune.
Il poter nuovamente uscire, respirare, e socializzare porterebbe benefici immensi ad anziani disabili gravi che sono costretti a passare le loro giornate inchiodati in un letto, oppure in carrozzina, con la sola prospettiva dell’attesa di finire i propri giorni.
Situazione a Parma:
– un disabile grave allettato da assistere 24 h su 24 ha diritto soltanto ad 1 intervento a settimana di 50 minuti per due operatrici;
per tutto il tempo restante è a totale carico della famiglia, anche se e quando questa sia composta da un’altra persona soltanto;
– l’indennità di accompagnamento, ammonta a poco più di 500 euro mensili, cifra che non copre le spese di farmaci e l’integrazione di pannoloni e traverse;
– la regione ha “razionalizzato”, così rispondono all’ufficio presidi , tagliando su presidi essenziali.
Se non si parla di questi aspetti, dalla mancanza di ore di assistenza domiciliare in poi per i disabili gravi e gravissimi, non credo si possa parlare della disabilità in generale, buttando come sempre la polvere sotto al tappeto. Se si dimentica il ruolo e l’importanza del caregiver familiare, si compie un torto gravissimo a 300.000 persone in emilia romagna, e ad altrettanti congiunti disabili.
Notizie in ordine sparso
– l’Italia, nello scorso agosto, è stata richiamata dall’Onu per il mancato rispetto degli impegni assunti alla firma della Carta internazionale dei diritti dei disabili.
Nella lettera di richiamo, per ben 39 volte l’Onu si è dichiarata “seriamente preoccupata” per le condizioni in cui versano qui i disabili ed i loro familiari, caregiver compresi.
Ci hanno dato un anno di tempo per adeguarci: forse è per questo che, improvvisamente, stanno per varare una fetecchia di legge nazionale sui caregiver familiari.
– l’Italia è stata denunciata all’Onu dalla presidente del Coordinamento Nazionale Famiglie disabili gravi e gravissimi, Maria Simona Bellini Palombini.
Insieme alla denuncia, sono state consegnate 40.000 firme per la richiesta del rispetto dei più fondamentali diritti umani dei caregiver familiari (siamo l’unico paese occidentale a non avere alcun sostegno che non siano le nostre spalle. Finché reggono).
Il 22 p.v. ci sarà l’audizione a Ginevra, vedremo cosa ne uscirà.
Come vede Presidente il compito e tutto in salita,mi impegno insieme a Voi e a tutti gli attori che riconoscono la solidarieta e la giustizia elemento fondante del loro operare.
5 Accolgo l’invito per un percorso in citta in carrozzina.
EMANUELE BACCHIERI (CASAPOUND)
1 Più che una figura dedicata, penso che la soluzione migliore possa essere istituire una delega ad hoc – attualmente non presente, se non nel più generico campo delle ‘politiche sociali – da affidare ad un assessore.
2 Penso sia una proposta di assoluto buon senso. Come procedere? Il Comune ha qualche leva, specie in termini di politiche fiscali. Si può pensare di alleggerire il carico delle addizionali per chi accetta di installare strumenti che agevolino l’ingresso dei cittadini con disabilità negli esercizi commerciali.
3 Occorre anzitutto assicurare che i poli turistici (teatri, musei e altro) siano effettivamente accessibili alle persone con disabilità e lavorare per ridurre le barriere architettoniche, anche con incentivi come sopra illustrati per le attività che esulano dalle competenze del comune. Solo dopo sarà possibile studiare campagne mirate – per alcune delle quali basta anche solo una modifica alle attuali, puntando ad esempio sulla rinnovata accessibilità dei luoghi – al fine di promuovere Parma in tal senso.
4 Un’idea potrebbe essere quella di istituire, negli organismi partecipativi attualmente in essere, un comitato dedicato esclusivamente alle necessità dei cittadini con disabilità, con funzioni consultive potenziate al fine di dare voce alle loro legittime esigenze ed acquisire, a titolo di esempio, il loro parere sulle scelte che possono incidere sui loro bisogni.
5 Assolutamente disponibile.
DANIELE GHIRARDUZZI (MOVIMENTO 5 STELLE)
1 Secondo noi non ce n’è bisogno, anzi, si rischierebbe di creare figure fantoccio che vengono usate per rimpallarsi le responsabilità. La figura di riferimento è, per legge, il dirigente ai servizi sociali, che è obbligato a rispondere ai cittadini sotto il profilo amministrativo e giuridico. Esistono altri funzionari comunali con capacità e professionalità adeguate. Esistono anche le Commissioni, per le pari opportunità ed altre, dove si può avere un confronto costruttivo con le Associazioni di Volontariato e di tutela del Disabile, come delle altre categorie deboli dei cittadini. Una figura simbolica, creata ad hoc, potrebbe in futuro rispondere ai disabili che la tal cosa non si può fare perché il sindaco non vuole, ed il sindaco invece dire che la colpa è del disability manager, che gli ha detto che la cosa non si poteva fare, o che si è dimenticato di dirgliela. A voi non è mai capitato che la responsabilità non si capisce di chi è? Le regole di tutela dei disabili ci sono già, occorre però rispettarle. Inoltre si possono promuovere progetti che non si limitino al rispetto delle norme, ma che potenzino gli interventi del Comune verso le fasce più deboli. Noi del MoVimento 5 Stelle vogliamo aprire il portafoglio verso costoro, e non aprirlo per favorire gli interessi privati. Questo è il contenuto politico del nostro agire, che è volto all’eliminazione delle privatizzazioni e dello sperpero di risorse per favorire gli amici degli amici. Le risorse saranno impiegate per erogare servizi. E’ importante, quindi, che oltre al dirigente, il sindaco ed i Consiglieri di maggioranza rispondano in prima persona, sotto il profilo politico, ai disabili come a tutti i cittadini. Noi abbiamo in programma l’attuazione della democrazia diretta ed il controllo di mandato da parte dei cittadini. Questa pensiamo sia la migliore garanzia.
2 Studieremo insieme alle Associazioni di rappresentanza dei Commercianti e dei Disabili la migliore soluzione per risolvere il problema. Di certo non si può imporre ai negozianti altri oneri economici oltre a quelli che già devono sopportare. Peraltro la legge impone loro, in caso di ristrutturazione, di eliminare le barriere architettoniche. I problemi sono tanti, piattaforme per disabili nei bus che ancora non ci sono, marciapiedi senza scivoli, edifici pubblici senza montascale. Il Comune deve intervenire prioritariamente in quella che è la sua competenza, dove c’è ancora molto da fare.
3 Vorremmo installare piattaforme per disabili nei bus dove mancano, creare scivoli e percorsi protetti nei marciapiedi e, più in generale, nei luoghi pubblici, installare i montascale negli edifici comunali, controllare che gli ascensori funzionino in Stazione, creare percorsi sicuri per i turisti anche non disabili in centro storico, oggi invaso in certe ore del giorno da nullafacenti, pusher, ladri, prostitute. Il Comune, come dicevo, può e quindi deve, fare molte cose. Rimuovere gli ostacoli per i disabili o per gli anziani per favorire il turismo mi pare una visione un po’ troppo economica, come il governo centrale ed il sindaco uscente spesso ci hanno indotto a considerare, e limitata. Il disabile o l’anziano hanno il diritto inalienabile ed incomprimibile di avere libero accesso alla sua città, sia che egli sia un turista, sia che in quel momento si trovi ad essere l’unico abitante in città perché tutti gli altri sono al mare. E’ un diritto sacrosanto che va garantito a prescindere.
4 La spesa per la protezione sociale deve essere considerata un investimento a favore del benessere della comunità locale e non come oggi spesso avviene l’occasione per soddisfare gli interessi privatistici delle grandi imprese cooperative che, potendo contare su una normativa regionale ritagliata su loro misura e sulla sudditanza politica dell’Amministrazione uscente, condizionano pesantemente la politica sociale e la spesa per i servizi, in particolare quella destinata all’assistenza e alla cura degli anziani e delle persone disabili. I servizi sociali oggi non rappresentano più la risposta concreta dell’Amministrazione cittadina al suo dovere di tutela della salute fisica e psichica delle persone ma sono diventati merci da commercializzare e per di più, con la scusa delle scarse risorse disponibili, al massimo ribasso attraverso una insana concorrenza tra pubblico e privato.
La limitatezza delle risorse per il sociale, voluta dalla maggioranza politica che governa il Paese a livello nazionale, regionale (con la presidenza della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome) e locale (con la presidenza dell’ANCI, l’associazione nazionale dei comuni italiani), deve essere combattuta dalla nuova Amministrazione da un lato a livello politico (a partire da una presenza non di facciata nell’ANCI) e dall’altro attraverso una più corretta ed efficace gestione delle risorse disponibili. Solamente eliminando le privatizzazioni, ove la legge ce lo consentirà, libereremo risorse e ci riapproprieremo del ruolo politico di controllo e di gestione dei pubblici servizi che il Comune deve avere. Soltanto noi del MoVimento 5 Stelle che non abbiamo interessi clientelari e lobby da favorire possiamo riuscirci.
5 Certamente. La democrazia diretta, non basata sulla delega, com’è invece la democrazia rappresentativa a cui siamo abituati, prevede proprio che siano i cittadini a diventare artefici del proprio futuro, a dire al sindaco cosa c’è da fare. Peraltro il mondo dei disabili l’ho conosciuto direttamente quando da ragazzo ho fatto volontariato come aiuto fisioterapista degli spastici. Capii ben presto che loro davano a me molta più umanità, emozioni ed intelligenza di quanto io non dessi a loro. E’ stata un’esperienza che mi ha cambiato letteralmente la vita e so quanto loro possono dare agli altri. Quando in seguito ho lavorato all’IRAIA, oggi ASP Ad Personam, fummo io ed il mio collega e amico Marcello, che ricordo con affetto, a fare installare il primo montascale a Parma che acquistammo direttamente dalla Svezia, negli anni ’80, perché in Italia ancora non erano commercializzati. Eravamo due piccoli eroi che agivano in silenzio, perché più che dire tante belle parole, occorre dare l’esempio che convince più di mille parole. Se farò il giro in carrozzina in città, qualora noi del MoVimento 5 Stelle arrivassimo al ballottaggio, chiederò che non siano presenti i giornalisti e che non mi facciano fotografie, perché non lo ritengo corretto. I diversamente abili, quelli che sono capaci di rappresentare egregiamente persino la commedia musicale Greeze come ho visto qualche anno fa a teatro, meritano tutta la nostra attenzione per il solo fatto che noi siamo uomini, non solo candidati sindaci. E l’uomo ha il dovere morale e civile di aiutare i più deboli. E’ un fatto di umanità.
PAOLO SCARPA (CENTROSINISTRA)
Caro Presidente Mutti,
rispondo molto volentieri alle domande dell’Anmic, ringraziando la sua associazione dell’impegno che ha sempre profuso nel tutelare i soci e, più in generale, i diritti di chi vive quotidianamente la condizione di disabilità.
1 Come credo sappia per averlo appreso dalla stampa, l’istituzione del Disability Manager è uno dei miei impegni concreti per la città. Credo che l’esperienza bolognese dimostri la validità di una figura che attesti la compatibilità di ogni atto dell’amministrazione con i diritti delle persone con disabilità. Aggiungo che a Parma un Disability Manager è doppiamente indispensabile, perché mi pare che la capacità di ascolto dell’Amministrazione si collochi sotto la soglia che tutti noi auspichiamo. Questa è perlomeno l’impressione che ho ricavato nei mesi di campagna elettorale che mi hanno condotto al voto dell’11 giugno, passando per la competizione democratica delle primarie.
2 Barriere architettoniche. Il tema è scottante, purtroppo. Parma è drammaticamente indietro se penso a ciò che ho visto – per esempio in Inghilterra – nella prima metà degli anni ’80. Dobbiamo recuperare terreno e credo che l’unico modo per cominciare a farlo concretamente sia programmare una campagna per rendere accessibili gli esercizi commerciali, che in larga parte presentano ostacoli per molti versi insormontabili. Non penso che la soluzione sia la campagna “Via il gradino”, avviata dal Comune lo scorso anno. Una iniziativa meritoria nelle intenzioni, intendiamoci, ma poco efficace nella sostanza. Le pedane mobili, secondo quanto mi riferiscono molte delle persone che si spostano in carrozzina a Parma, sono tutto fuorché pratiche, perché devono essere installate ogni volta che se ne presenti la necessità. Cosa questo possa significare per una persona in carrozzina non sono io a doverlo dire a lei. Meglio sarebbe avviare un programma di incentivi o di sgravi per adeguare definitivamente gli accessi alle necessità. Conosco molti commercianti che hanno provveduto da soli (il costo il più delle volte non è eccessivo) e i risultati sono eccellenti e definitivi.
3 Turismo accessibile. Sono d’accordo con lei: il potenziale turistico della nostra città è grande, ma se penso a quante delle nostre meraviglie monumentali – per esempio – consentano un facile accesso, mi prende un senso di sconforto. Credo che tanto del lavoro futuro passi da una necessaria mappatura della città, per individuare le principali criticità e programmare la loro rimozione in un arco di tempo accettabile. Con interventi programmati nel medio termine può essere fatto tantissimo per trasformare Parma in una città accessibile, non solo per il turista s’intende. Una città a barriere zero è ospitale per tutti, quindi il lavoro che si fa per i parmigiani verrà utile anche per tutti coloro che vogliono visitare la nostra città. Una delle immagini che più mi intristiscono è quella di persone in carrozzina che attraversano via Repubblica procedendo sulla carreggiata stradale, con tutti i rischi che sono connessi a questo tipo di evoluzioni. L’altra è l’esiguità del numero di persone in carrozzina che si muovono nella nostra città. Conosco persone che non vengono a fare un giro in centro perché sanno che non sarebbe affatto rilassante, come lo è per la maggior parte della gente. Dobbiamo lavorare molto ed essere bravi a cogliere tutte le occasioni per intercettare fondi da impiegare nella rimozione delle barriere o per migliorare l’accessibilità del nostro patrimonio artistico.
4 Integrazione. Penso che la migliore forma di integrazione sia il lavoro. Dico questo perché tra le cose che mi sono state raccontate ce ne sono alcune inquietanti, e non uso questo termine a caso purtroppo. Anche in questo caso, so che capisce perfettamente. In Italia esiste una normativa per le categorie protette che è stata una conquista di civiltà, peccato esistano tante scappatoie per evitare di darle applicazione concreta. Non dico che questa sia la situazione generalizzata, ma ci tengo a sottolineare che forse sono troppi i casi in cui una scappatoia (pagare per non fare le assunzioni obbligatorie) umilia ed emargina persone capaci e produttive. Cosa può fare un sindaco su questo versante, forse poco, forse tanto. Magari mettersi al fianco dei suoi concittadini, di fatto, discriminati.
5 Concludo accogliendo la richiesta dell’associazione che presiede: sono assolutamente disponibile a calarmi nella realtà quotidiana di una persona disabile, anzi mi sento onorato di avere questa occasione.
Se sarà il ballottaggio a concedermela, lo farò ancora più volentieri e con senso di responsabilità.
LAURA CAVANDOLI (CENTRODESTRA)
1 Non conoscevo la soluzione adottata dal Comune di Bologna, ritengo che le battaglie di civiltà non siano mai “politiche”, pertanto sono favorevole alla figura del Disability Manager.
2 Molti luoghi sono soggetti a vincoli storici e artistici, tuttavia è compito del Comune avviare qualunque iniziativa per abbattere le barriere architettoniche sia in modo permanente sia attrezzando – qualora vi siano vincoli – a soluzioni “non permanenti” da adottare su richiesta.
3 Banalmente abbattendo le barriere architettoniche e magari togliendo la tassa di soggiorno per coloro che i diversamente abili che desiderano trascorrere qualche giorno a Parma, sarà un modo per chiedere scusa di qualche disagio e allo stesso tempo migliorare la città con la loro presenza, il loro contributo.
4 Credo molto nello sport, mi piacerebbe che Parma sia una delle tappe sportive per i diversamente abili, credo che – appena eletta – mi attiverò con le federazioni sportive.
5 Quando ci vediamo? Se vuole lo facciamo anche prima del ballottaggio
(Anmic: “Ringraziamo la candidata Cavandoli per la disponibilità immediata, ma per motivi organizzativi è possibile dare vita al giro per la città in carrozzina solo dopo il primo turno, in caso di ballottaggio”).
FEDERICO PIZZAROTTI (EFFETTO PARMA)
Accogliamo con interesse l’appello di Amnic ai candidati sindaco di Parma, apprezzando soprattutto la richiesta di risposte precise e concrete ai temi relativi alla disabilità. Per questo entriamo subito nel dettaglio delle cinque richieste avanzate.
1 Sul tema del Disability manager, introdotto dall’amministrazione comunale di Bologna, siamo concordi con la finalità dell’iniziativa, per questo ci impegniamo a istituire il Garante dei disabili. Sarà una figura che, con pari finalità, promuoverà l’esercizio dei diritti e delle opportunità di partecipazione alla vita sociale delle persone disabili tutelandone le esigenze per giungere a una reale inclusione in ogni ambito della vita cittadina. Le sue funzioni saranno esercitate nei confronti di tutti gli uffici dell’amministrazione comunale o comunque sottoposti al suo controllo, nei confronti dei consorzi, delle società cui il Comune di Parma partecipi; nei confronti di tutte le forme associative alle quali l’amministrazione stessa affida la gestione dei pubblici servizi che coinvolgono le persone con disabilità. Il Garante opererà di propria iniziativa o sulla base di segnalazioni ricevute anche favorendo tavoli tecnici di risoluzione dei problemi segnalati e sollecitare soggetti privati cui si rivolgono gli eventuali reclami delle persone con disabilità.
2 A proposito delle Barriere architettoniche nei negozi, già nel corso del mandato dell’attuale amministrazione ci siamo fatti carico del tema e abbiamo fortemente voluto un progetto sperimentale dal titolo “Via il gradino”. Realizzato insieme ad Ascom, Confesercenti e con il coinvolgimento e il plauso della stessa Amnic, il progetto pilota ha permesso l’acquisto di 40 prime pedane mobili distribuite nei negozi con gradini per permettere l’accesso ai disabili. L’obiettivo è di proseguire per averne altre a disposizione per la città. Si tratta di una risposta che ha fornito una prima soluzione concreta per i negozi già esistenti per i quali l’abbattimento totale e definitivo delle barriere architettoniche è di fatto ancora impossibile. In aggiunta il Garante dei disabili si farà carico di coordinare un’apposita Commissione che verrà instituita per l’abbattimento delle barriere architettoniche e che sarà composta dagli uffici tecnici comunali, dalle associazioni di categoria dei pubblici esercizi e dalle associazioni dei disabili. La sua funzione sarà valutare caso per caso le situazioni dove il regolamento urbano edilizio impone l’abbattimento per individuare, in concerto con tutti i componenti del tavolo tecnico, la soluzione tecnica più adeguata e garantire così l’accesso alle persone disabili.
Diverso il discorso per i nuovi pubblici esercizi: garantiremo il rispetto del regolamento edilizio che impone l’abbattimento delle barriere architettoniche.
3 Il tema del turismo accessibile ci vede assolutamente concordi nel considerare di primaria importanza interventi di adeguamento delle infrastrutture turistiche per accogliere il potenziale di visitatori disabili e over 65. In aggiunta, tramite un’apposita campagna di informazione e sensibilizzazione, verranno comunicate tutte le strutture, come alberghi e ristoranti, adeguate e rese accessibili. Intervenendo sul tema della mobilità, servizio e diritto per i cittadini come per i turisti, a Parma, grazie alla riorganizzazione condotta negli ultimi anni, 9 linee del servizio urbano sono oggi attrezzate per gli utenti a ridotta capacità motoria. Nel solo ultimo anno sono stati investiti 350 mila euro per l’adeguamento delle fermate e altre risorse permetteranno di dotare tutti i bus di pedane mobili. L’obiettivo è arrivare al 100% di accessibilità. In più per gli spostamenti del tempo libero e per percorsi personalizzati, è disponibile a chiamata il “Servizio Pelicano”.
Inoltre, notevoli ricadute a beneficio del turismo avrà un recente progetto sportivo per la riqualificazione del centro sportivo “Aldo Notari” (ex Quadrifoglio) in collaborazione con la Federazione Italiana Pesistica. Il centro diventerà infatti sede di eventi Continentali o Intercontinentali di Pesistica Olimpica e Paralimpica e i numerosi posti della foresteria del complesso sportivo non saranno ad uso esclusivo ma saranno messi a disposizione dell’accoglienza turistica, in collaborazione con le associazioni del territorio, garantendo così alti standard di accessibilità.
Sarà un ulteriore tassello affinché, dal turismo culturale a quello sportivo a quello congressuale fieristico, Parma si dimostri all’altezza di accogliere tutti.
Ci rendiamo comunque disponibili a una collaborazione con la vostra associazione per intercettare specifiche esigenze e ulteriori progettualità da sviluppare sul tema del turismo accessibile.
4 Per noi l’inclusione si realizza davvero quando sono garantite stesse opportunità a tutti. Per questo sul tema dell’integrazione sono diversi i progetti dedicati, già in corso o nuovi. Tra questi, servizi ponte che si tradurranno in attività diurne per i disabili di tutte le età, servizi estivi dedicati ai ragazzi e percorsi di inserimento lavorativo e socioterapeutico per i più grandi. Fondamentale il servizio di integrazione scolastica, mantenuto e ampliato da quest’amministrazione fino a una copertura di 3600 ore settimanali, e che vede Parma unica città a garantire il sostegno educativo-assistenziale agli studenti iscritti alle scuole statali e paritarie fino alle superiori.
Inoltre vogliamo sperimentare un progetto di domiciliarità comunitaria che metta in sinergia competenze, risorse, esperienze, tempi e spazi così da rendere più efficienti i servizi comunali. Sempre per quanto riguarda l’assistenza alla domiciliarità, mantenendo tutte le tipologie di percorsi già avviati, vogliamo proseguire progetti personalizzati come “Case ritrovate”, che ha visto la condivisione di alloggi tra più persone disabili in condizione di autonomia, o il progetto “A casa con sostegno”, che fornisce affiancamento e supporto alle famiglie con figli disabili, dal momento della diagnosi alle fasi successive della crescita. E a proposito di casa, siamo orgogliosi di aver mantenuto, con le forze del Comune, il CAAD, il Centro di adattamento dell’ambiente domestico, che mette a disposizione delle persone con disabilità un’equipe specializzata di ingegneri, architetti e fisioterapisti per gli adeguamenti necessari nelle abitazioni.
5 Accolgo, infine, volentieri l’invito di Amnic a un giro in città in carrozzina.
LUIGI ALFIERI (ALFIERI PER PARMA)
Gentili amici dell’Anmic, presidente Mutti,
è con piacere che rispondo alle vostre domande, a partire dall’ultima: sì, in caso di ballottaggio mi presenterei per fare un giro per la città in carrozzina, anche se ho già ora piena coscienza del fatto che esistono tante, troppe barriere architettoniche in città.
Ma tornando alla prima domanda posso dire che il nostro programma a pagina 54, “proposta n° 2, prevede l’introduzione della figura del Disabilty Manager che voi richiedete e che avrà il compito di progettare e unire le reti con e per le persone con disabilità. Il suo intervento – scriviamo nel programma – parte dalla lettura dei bisogni e arriva alla formulazione delle risposte. Suo è il compito di mettere in rete tutti i servizi del Comune che, nella progettazione delle politiche, devono considerare le necessità delle persone con disabilità: dalla viabilità al commercio, dal turismo, alla cultura.
Anche alla domanda sulle barriere architettoniche rispondiamo con le proposte concrete già scritte in programma ossia, sempre a pagina 54: “una città senza barriere”. La città e la sua fisionomia dovuta al passato, presenta barriere architettoniche su cui intervenire. Si deve condurre un censimento sulla situazione degli accessi, in collaborazione con l’Università degli Studi di Parma e dare risposte concrete in termini di abbattimento: per il censimento si lavorerà con le principali istituzioni cittadine in modo da mappare l’accessibilità agli edifici pubblici, ai monumenti, ai luoghi d’interesse. Ci sono barriere consolidate, ma ci sono anche barriere improvvisate che impediscono la percorribilità: non ci saranno più sacchetti dell’immondizia lasciati sui marciapiedi a tutte le ore del giorno e della notte.
Per quanto riguarda il turismo accessibile, sempre nel nostro programma a pagina 17, proposta n°5: “diventare città super accessibile”. Una larga fetta del turismo mondiale è legata alle persone con disabilità e loro accompagnatori – scriviamo nel programma -. Di contro, le città totalmente accessibili ai disabili sono pochissime. Entrando in questo club ristretto, Parma renderebbe un grande servizio ai suoi cittadini con problemi di mobilità e aggiungerebbe motivi di attrattiva al suo sterminato bagaglio di fascino. Quindi, oltre a eliminare progressivamente le barriere architettoniche, pensiamo di fare in modo che gli alberghi possano dotarsi di stanze accessibili ai disabili, in modo da favorire anche a Parma l’organizzazione di eventi sportivi o manifestazione dedicate.
Infine per quanto riguarda l’integrazione abbiamo in mente “progetti di vita indipendente” per i giovani che troppo spesso dopo la scuola superiore sono costretti a rimanere a casa. Vogliamo finanziare progetti che puntino a non lasciare indietro nessuno e a fare rete vera fra scuole, famiglie e amministrazione comunale».