26.05.2015 – Sotto i portici del Grano, in concomitanza simbolica con lo sciopero dei lavoratori dei servizi educativi del Comune di Parma, si è tenuta la sottoscrizione della dichiarazione d’intenti in 7 punti “PER UN MODELLO PARMA FONDATO SULLA COESIONE SOCIALE”.
Firmatari CGIL, CISL, UIL, ANMIC, Comitato “Genitori infuriati”, Comitato “Per fare un bambino ci vuole un asilo”, Comitato “Per la tutela dello stato sociale”, Assemblea degli educatori, Fondazione “Mario Tommasini” e consiglieri comunali (in ordine alfabetico: Giuseppe Bizzi, Nicola Dall’Olio, Maria Teresa Guarnieri, Massimo Iotti, Ettore Manno, Giuseppe Pellacini, Pierpaolo Scarpino, Maurizio Vescovi, Alessandro Volta).
Ecco il documento sottoscritto:
DICHIARAZIONE DI INTENTI
“PER UN MODELLO PARMA FONDATO SULLA COESIONE SOCIALE”
Le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, le associazioni e i comitati riuniti nel “Comitato cittadino per la tutela dello stato sociale”, le sottoscritte associazioni portatrici di interessi diffusi e i sottoscritti consiglieri comunali di Parma ritengono indispensabile superare la lunga fase di crisi economica, finanziaria, sociale e morale della città attraverso la costruzione di un progetto pubblico che tenga insieme lavoro, diritti e coesione sociale.
Le ultime leggi di stabilità varate a livello nazionale hanno tagliato ingenti risorse ai vari livelli di governo locale: questo, tuttavia, lungi dal deresponsabilizzare gli amministratori locali, richiede di esercitare al massimo grado la funzione di indirizzo politico dei Sindaci e degli Assessori, che non devono appiattirsi su approcci ragionieristici, ma invece compiere scelte precise in materia di tagli, di entrate e di spese.
Il progetto che proponiamo ha al centro, da una parte, la tenuta dei servizi del welfare locale (educativi, assistenziali, sociali) contro ogni ipotesi di smantellamento o riduzione: servizi che sono sempre più necessari ad un tessuto sociale impoverito e provato dalla crisi; servizi che, anziché rappresentare un problema, potrebbero invece essere volano di nuova e buona occupazione e pertanto devono rimanere in un sistema di forte governance pubblica.
Dall’altra parte, il progetto che proponiamo ritiene indispensabile l’attivazione di ampie sinergie per la costruzione dal basso di una nuova identità economica del territorio ripartendo dalle nostre eccellenze manifatturiere, gastronomiche, culturali e ambientali.
Da questi principi facciamo discendere una dichiarazione d’intenti “per un modello Parma fondato sulla coesione sociale” che si articola nei seguenti punti:
1. Il Comune di Parma è penultimo fra i Comuni capoluogo dell’Emilia-Romagna per introiti legati al recupero dell’evasione fiscale: occorre dunque intensificare la lotta all’evasione fiscale e destinare prioritariamente le somme recuperate ai servizi sociali, educativi e assistenziali;
2. Sulle imposte locali già accertate come evase (in particolare Cosap e Ici sui terreni edificabili) occorre procedere a rapida riscossione e destinare prioritariamente le somme ai servizi sociali, educativi, assistenziali;
3. Rispetto al debito contratto con le banche dalle amministrazioni precedenti, occorre un’efficace ricontrattazione al ribasso degli interessi corrisposti, richiamando gli istituti di credito alla propria funzione anche sociale, e occorre destinare prioritariamente il risparmio ai servizi sociali, educativi, assistenziali;
4. A seguito dell’impegno assunto in Consiglio Comunale sull’integrazione scolastica agli alunni disabili, è necessario un costante monitoraggio dell’efficacia e della qualità del servizio di integrazione scolastica, a partire dall’attivazione e dai contenuti del bando;
5. La crisi economica, l’impoverimento di molte famiglie, l’ampio ricorso ad ammortizzatori sociali, la perdita di posti di lavoro rischiano di lasciare ampiamente sottostimato il reale fabbisogno di servizi all’infanzia della città: riteniamo dunque indispensabili un serio censimento dei nuclei familiari che non fruiscono di tali servizi unicamente per ragioni economiche e la difesa di un modello educativo fondato su qualità del servizio, professionalità degli operatori, equità di accesso e integrazione fra culture;
6. Occorre definire un percorso di confronto sulle politiche per gli anziani a partire dallo sviluppo della rete di domiciliarità, da una nuova regolamentazione delle case famiglia e dalla definizione di regole certe sull’assistenza familiare;
7. Occorre istituire un “comitato territoriale per il lavoro” costituito da istituzioni locali, università, sindacati confederali, rappresentanze datoriali, che abbia come obiettivo quello di salvaguardare i livelli occupazionali e insieme immaginare un nuovo modello di sviluppo, aperto al contributo dell’associazionismo, in grado di raccogliere idee e progetti e di attivare un percorso di costruzione dal basso di una nuova identità economica del territorio ripartendo dalle nostre eccellenze manifatturiere, gastronomiche, culturali e ambientali.
Si auspica che l’Amministrazione Comunale faccia proprie queste sollecitazioni, aprendo tavoli di confronto con le rappresentanze sociali e con le associazioni portatrici d’interessi diffusi.
I firmatari della presente dichiarazione si impegnano, per parte loro, a sostenere i sette punti dell’auspicato “modello Parma” nelle forme e nei modi propri dell’attività di ciascuno (a mero titolo esemplificativo: contrattazione sociale, assemblee pubbliche, iniziativa popolare, interpellanze, interrogazioni, mozioni).
Letto, confermato e sottoscritto.
Parma, 26 maggio 2015.
CGIL
CISL
UIL
Comitato “Per la tutela dello stato sociale”
ANMIC
Comitato “Genitori infuriati”
Comitato “Per fare un bambino ci vuole un asilo”
Assemblea permanente degli educatori
Fondazione “Mario Tommasini”
Consiglieri comunali:
Giuseppe Bizzi
Nicola Dall’Olio
Maria Teresa Guarnieri
Massimo Iotti
Ettore Manno
Giuseppe Pellacini
Pierpaolo Scarpino
Maurizio Vescovi
Alessandro Volta