26.03.2011 – Di seguito riportiamo il testo integrale della relazione del Presidente Alberto Mutti al Congresso Provinciale. E’ possibile vedere il video della relazione e degli interventi delle autorità nella sezione “video”.

Un saluto molto cordiale a tutti i partecipanti, Autorità, Dirigenti di Associazioni, Associati, Cittadini e un ringraziamento particolarmente sentito per essere presenti a questo nostro Congresso.
Il Congresso per associazioni come la nostra, rappresenta uno degli atti fondamentali della vita associativa.
È il momento nel corso del quale è possibile fare un esame critico su come l’associazione ha operato nel passato, gettando nel contempo le basi sulle cose che si intendono fare nel futuro.
In estrema sintesi :
Un consuntivo sul lavoro che si è fatto, come lo si è fatto, con quali forze, quali risultati si sono raggiunti, quali i punti di forza, quali quelli di debolezza;
Un preventivo possibile su cosa fare nel prossimo futuro.
Occorre pertanto, in questi due momenti, verificare con la massima attenzione tutta una serie di dati:
La nostra capacità di impiegare in modo intelligente le risorse umane ed economiche disponibili ;
La nostra attitudine alla elaborazione della politica associativa, cosa sempre più difficile, in modo che sia facilmente comprensibile da tutti ;
La nostra esperienza e capacità di sintesi politica;
La nostra cultura.
Credo sia appena il caso di accennare che oggi, grazie al contributo fondamentale dell’Anmic, possiamo contare su un numero significativo di leggi nazionali, regionali e decreti attuativi a favore delle persone disabili.
Questo ci consente di continuare ad assicurare agli invalidi la miglior tutela possibile, affinché la qualità della loro vita possa sempre più migliorare.
È pertanto fondamentale che ciascuno dei presenti, disabili e no, esca da questo Congresso  arricchito culturalmente dall’esperienza di tutti, con idee chiare su ciò che l’Associazione intende attuare nel futuro prossimo e che il seme che oggi gettiamo sia fonte di ulteriori luminosi traguardi  per l’Associazione.
Prima di parlare di un futuro prossimo venturo credo si debba, con spirito critico, valutare ciò che è avvenuto finora nel mondo, nel nostro Paese e nella nostra città.
Se qualcuno mi chiedesse quale atto o fatto io valuti decisamente al di sopra di ogni altro fondamentale per le nuove prospettive per l’inclusione, senza alcun dubbio direi  “La Convenzione sui diritti delle persone con disabilità” approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 13 dicembre del 2006, sottoscritta dall’Italia il 30 Marzo 2007, ratificata dal Parlamento Italiano con la L. 18 del 3 Marzo 2009 e pubblicata nella G.U. del 14 Marzo dello stesso anno.
Con tale atto la comunità internazionale ha voluto affermare con forza e fermare la nostra attenzione sul tema della disabilità, studiandola in ognuno dei suoi molteplici aspetti con il fine  ultimo sia di rafforzare i vari strumenti già esistenti sia di introdurne eventualmente altri nuovi per migliorare il sistema di diritti e di garanzie.
Lo scopo è senz’altro quello di promuovere, proteggere ed assicurare il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti e di tutte le libertà da parte delle persone con disabilità.
Infatti oggi  la condizione di disabilità è ricondotta, in estrema sintesi, ad una serie di barriere di varia natura che sono di ostacolo a coloro che, affetti da minorazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali, hanno il diritto di partecipare in modo pieno ed effettivo alla società.
Quindi a supporto di questo impianto concettuale la Convenzione introduce una fondamentale trasformazione culturale le cui reali dimensioni potranno essere colte, in modo completo ed esaustivo solo nel tempo, se si continuerà ad approfondire in convegni e corsi le tematiche in essa contenute.
È quindi, da questa tribuna, che l’Anmic auspica che la nostra Università si faccia promotrice di un corso di studio che analizzi la Convenzione nelle sue varie e molteplici sfaccettature, magari con il concorso degli Enti Locali, della Unione Industriali, delle Fondazioni e anche con il contributo sempre fondamentale delle Associazioni di categoria.
Credo di poter dire, senza tema di smentita, che la “ Convenzione” rappresenta per l’Anmic il consuntivo positivo di oltre 50 anni di lotta per l’affermazione di diritti fondamentali alle persone con diverse disabilità in quanto tutti componenti della famiglia umana.
E proprio per favorire e valorizzare il passaggio da principi fondamentali a diritti esigibili PER TUTTI  è nata ed opera da oltre 50 anni L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MUTILATI ED INVALIDI CIVILI.
È quindi da molto tempo che si è ingaggiata una lotta anche feroce, senza esclusione di colpi fra “gli altri” e quelli che, come l’Anmic, vanno da tempo affermando che :
“una giusta politica sociale rappresenta uno dei massimi valori civili e cristiani dell’uomo se realizza pienamente interventi solidali nei confronti dei meno dotati”
L’associazione da sempre auspica che questi valori riescano a permeare la cultura della odierna società, che oggi pare averli dimenticati, e che le consentano di opporsi con la forza della ragione alle decisioni che oggi sembrano avere più ascolto, le quali puntano decisamente al benessere materiale di pochi.
L’Anmic crede fermamente, e la Convenzione lo conferma, che la crescita di questa cultura sociale e solidale nel nostro Paese possa confutare con efficacia la falsità di questi temi, purtroppo sostenuti da coloro che, accampando come scusa le difficoltà economiche nelle quali  la finanza del nostro paese da sempre si dibatte, intendono relegare i problemi sociali e quindi l’intervento dello Stato e degli Enti Locali fra quelli da finanziare con le risorse residuali, quando ne sono rimaste.
Alcuni pensano che la spesa per interventi sociali si sarebbe spinta, a loro dire, ben oltre le possibilità economiche del Paese e, così facendo, avrebbe sottratto di fatto risorse che avrebbero potuto e dovuto essere destinate ad interventi produttivi.
Pertanto, i cittadini cui sono riservati questi interventi della spese sociale, vengono accusati, sia pure in modo indiretto, di essere i principali responsabili del deficit dello Stato.
Credo abbiano capito tutti che mi riferisco ai servizi per persone anziane, disabili, disoccupati, poveri ed extracomunitari su cui tornerò successivamente !
L’Anmic ritiene che il continuo miglioramento dei servizi sociali  e delle prestazioni economiche, anche in un momento come quello attuale di crisi finanziaria,  debba costituire parte di una riforma che da tempo attendiamo e che Leggi dello Stato (come la 328/2000 ) già avevano previsto.
Dalla ricerca e razionalizzazione dei bisogni, si dovranno predisporre scalette concordate su interventi anche graduali, impiegando risorse sia dello Stato sia degli Enti Locali, con lo scopo di migliorare continuamente l’esistente per tutti, avendo presente sempre i costi della finanza pubblica.
È pertanto fondamentale :
GARANTIRE a tutti il riconoscimento e l’esercizio dei diritti civili, politici, sociali, economici e culturali.
E per raggiungere questi obiettivi occorre:
Eliminare tutti gli ostacoli siano essi fisici, psichici, sensoriali e culturali che impediscono alle persone disabili di interagire a pieno titolo sia nella vita famigliare che nella società e di potervi partecipare attivamente su un piano di perfetta parità con tutti gli altri esseri umani.
È altresì indispensabile consentire loro di organizzare al meglio la loro vita personale inizialmente anche con l’aiuto e l’incoraggiamento dell’Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi Civili.
Ritornando alla Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, l’Anmic Nazionale da subito ha compreso la portata di questo evento “storico” grazie al quale la qualità della vita di 650 milioni di persone con disabilità nel mondo,  cambierà in un prossimo futuro intervenendo in tutti i campi della vita con indicazioni prescrittive molto precise.
È con questa intuizione che la nostra Presidenza ne ordinò immediatamente la traduzione in italiano e nel corso del Congresso Nazionale che si tenne a Salsomaggiore, venne distribuita a tutte le sedi provinciali.
Per un caso fortuito nel corso di uno degli incontri periodici che l’Associazione provinciale (di approfondimento e di lavoro) ha con l’Assessore Bernini e con la Presidente della Consulta, delegata dal Magnifico Rettore, Wanda Emilia Caronna, visto il documento Anmic, si decise di farne stampare 15.000 copie e di distribuirle nelle scuole cittadine.
Negli incontri che seguirono con le scuole, fu illustrata l’importanza e l’estrema validità del documento,  sia per le persone disabili sia per le persone normodotate.
Ci auguriamo pertanto che questi giovani, entrando domani attivamente nel mondo del lavoro e nel mondo della politica, possano realizzare i principi contenuti nella Convenzione e possano favorire un’ ulteriore crescita culturale, in senso solidale, nella nostra città e nella nostra provincia.
Dopo aver richiamato questo fondamentale “ strumento giuridico” vincolante di interesse  globale, nel quale si ritrovano diritti fondamentali e irrinunciabili quali quelli civili, politici, economici, sociali e culturali che il Segretario Generale dell’Onu del tempo Kofi Annan ha esortato a rendere esigibili con tempestività, veniamo ora ad esaminare alcuni dei tanti eventi avvenuti nel nostro paese.
Il primo di questi eventi riguarda il lancio in campo nazionale di una
“Proposta di legge di iniziativa popolare per equiparare le pensioni degli invalidi civili alle pensioni minime”
Da tempo negli organismi centrali si stava valutando il possibile impatto della proposta di legge e la conseguente raccolta di firme nel paese.
Si temeva infatti che l’iniziativa dell’Anmic potesse ben presto finire nel nulla, bruciata dal ritmo di vita quotidiano, sempre più dispersivo, superficiale ed anche un po’ egoista.
Si decise comunque di partire, consapevoli che il cittadino non conosceva, come ancora mi pare non conosca, la condizione di disagio nella quale è costretta a vivere la maggior parte degli invalidi che fruiscono della sola pensione quale unica fonte di reddito.
L’ obiettivo primario era di far conoscere al cittadino l’importo della pensione e le discriminazioni cui erano sottoposti gli Invalidi Civili costretti a vivere con 246 euro al mese, quindi meno della metà dei 580 che venivano mensilmente erogati ai pensionati al minimo.
Con questi propositi nel mese di febbraio iniziò in ogni sede provinciale e con metodi diversi, la raccolta delle firme.
È opportuno qui ricordare come la sede ha operato nella nostra Provincia.
Si chiese l’aiuto dei nostri Parlamentari, che colgo l’occasione per ringraziare, di diversi assessori provinciali che dovevano certificare la validità delle firme, si presero gli opportuni contatti con diversi sindaci e ci procurammo il calendario dei mercati della Provincia.
Il giorno di mercato, si montava il gazebo e passeggiando su e giù per il mercato si invitavano le persone a venire ad apporre le loro firme e tutti gli altri dati richiesti sul documento ufficiale.

A ricordare ai cittadini che la raccolta delle firme non era una bufala, presenti nel gazebo vi erano quasi sempre il Sindaco o un amministratore o un consigliere della Provincia, o  un onorevole o un senatore.
Ho ancora il piacevole ricordo di alcuni paesi nei quali ci siamo recati, per l’accoglienza sia dei cittadini che degli amministratori.
Fu un impegno vero, sentito.
Tutte le forze vive dell’Associazione contribuirono alla raccolta delle firme e l’iniziativa fu coronata da grande successo.
Con l’impegno di tutte le forze politiche della Provincia,  l’Anmic riuscì a parlare dei propri problemi, non solo quelli economici, con migliaia e migliaia di cittadini; 6.000 furono le firme raccolte, ma il doppio e anche di più le persone alle quali riuscimmo ad esporre la nostra realtà, ossia una grande condivisione di disagio delle persone disabili costrette a vivere con 8 euro al giorno.
300.000 firme furono consegnate alla Camera dei Deputati nel mese di Luglio e la proposta di legge venne successivamente inserita all’O.d.G. della XII  commissione parlamentare.
Successivamente alla consegna continuarono ad arrivare in sede Nazionale migliaia e migliaia di firme.
Quali le conclusioni?
Fu una grande cassa di risonanza che credo, con modi diversi da studiare da parte dei prossimi organi nazionali,  l’Anmic dovrebbe riprendere per far conoscere tutte le problematiche associative anche alla luce della crisi economica del paese e dei tagli che “more solito” vengono operati sugli anelli deboli della catena.

Il secondo evento “significativo” riguarda i  ”RAPPORTI CON L’INPS – MANIFESTAZIONE DEL 7 LUGLIO 2010 e altri
L’Art. 20 della L. 102/2009 “Contrasto alle frodi in materia di invalidità civile” ha fissato nuovi criteri e competenze nei procedimenti di accertamento delle minorazioni civili, regolamentando di fatto, il passaggio dall’Ausl all’Inps per le risoluzioni delle relative pratiche.
È nel titolo stesso dell’art. 20 la prima delle stranezze che da ora in poi cominceranno a sconvolgere la vita delle persone disabili.
Il Governo nel concepire questo titolo, peraltro indizio di un futuro programma sia della visita sia delle revisioni, credo avrebbe fatto bene ad esternarlo ed a colpire coloro che hanno commesso queste frodi.
E invece no, nulla dice in proposito, la prima Commissione Ausl che viene integrata da un medico dell’Inps quale componente effettivo, si pensa che molto probabilmente avrà il compito di contrastare le frodi di cui sopra.
Ma oggi ad oltre un anno dall’entrata in vigore dell’Art. 20 risulta che ancora forse meno del 50% delle Commissioni di prima istanza sono state integrate dal medico Inps.
Non voglio entrare nelle altre novità, ma voglio ricordare a me stesso che lo scorso anno nel mese di febbraio, il Presidente Inps dott. Mastrapasqua ai giornalisti che gli chiedevano quante fossero le domande presentate nel mese di Gennaio in rapporto al mese di Gennaio dell’anno precedente, trionfalmente affermò esserci il 58 % domande in meno.
Si scoprì successivamente che il dato era inficiato dalla carenza dei medici in merito alla trasmissione della domanda on line.
Alcuni accenni in merito “alle frodi in materia di invalidità civile”
Abbiamo già avuto modo di ritornare diverse volte :
su Tempi Nuovi ;
sul nostro Notiziario Anmic ;
in vari convegni, conferenze, interviste televisive o ai giornali in merito a questo annoso problema (da oltre 20 anni) ed evidenziare anche con forza la totale estraneità della nostra Associazione a questo mondo di “furbi”.
È il caso, nel corso del nostro Congresso Provinciale, di fare un riassunto delle idee che l’ANMIC ha affermato in questi anni.
In primo luogo occorre ribadire che, se le commissioni preposte applicassero le vigenti disposizioni legislative, un cittadino non riuscirebbe a farsi riconoscere invalido in carenza dei requisiti sanitari richiesti.
L’Anmic ritiene che nessuno possa diventare “falso invalido” senza la complicità in primo luogo dei medici, sostenuti magari dalla complicità dei politic,i oppure di dirigenti o funzionari amministrativi che correggano o magari costruiscano dal nulla falsi verbali di visite collegiali.
L’Anmic, che da sempre si batte poiché siano riconosciuti i diritti dei veri invalidi.
Si adopera invece perché si risolva il problema del loro giusto posto di lavoro, si abbattano anche un po’ più celermente, le barriere culturali e architettoniche, si realizzi una vera integrazione scolastica, e sul territorio vengano creati quei servizi che consentano al disabile di integrarsi nella società su un piano di parità con tutte le altre persone umane.
L’Anmic chiede con forza che i falsi invalidi vengano smascherati e che non si permetta mai più di ricrearne, perché rubano ai veri invalidi.
Rubano loro posti di lavoro, risorse economiche che potrebbero consentire, ad uno Stato che lo volesse, di elevare sia le loro pensioni sia le loro indennità, anche applicando la proposta di legge di iniziativa popolare dell’Associazione.
Ma quel che è peggio rubano a quelli veri la dignità e la tranquillità, coinvolgendoli in qualche modo, presso le persone poco informate, negli scandali dei falsi riconoscimenti.
L’Anmic chiede in estrema sintesi, che si faccia chiarezza applicando con grande professionalità, attenzione e diligenza le disposizioni finora emanate;
Chiede inoltre che tutti coloro che hanno sbagliato debbano pagare : falsi invalidi, falsi medici, politici e dirigenti amministrativi  ecc. ecc…
L’Anmic chiede, ed ancora attende, che i posti di lavoro dolosamente occupati e le risorse economiche sottratte vengano restituite ai veri invalidi !
La “piaga” dei falsi invalidi deve essere certamente contrastata, ma non deve portare nel suo seno il rischio “gravissimo” che anche un solo vero invalido venga scippato dei suoi diritti!
L’Anmic che da oltre 50 anni ha fatto della legalità e della trasparenza le proprie bandiere, rifiuta ogni assurdo accanimento nei confronti delle persone più deboli della società.
Capita che la Commissione INPS di verifica “non confermi”, anche in contrasto con le conclusioni espresse dalla precedente o dalle precedenti Commissioni, in quanto il disabile è in possesso di una documentazione “non sufficientemente probante”, la gravità delle menomazioni derivanti da una o più patologie croniche della cui presenza non vi è alcun dubbio.
Questo giudizio sospende di fatto, i riconoscimenti anche economici che fino a quel momento avevano consentito all’invalido di usufruire di agevolazioni e di supporti economici spesso indispensabili per una corretta gestione della propria vita.
L’Anmic ritiene questo comportamento “superficiale” che deve essere fortemente contrastato !!
Molte sono le cose da fare per correggere questo “modus operandi”: la prima potrebbe essere l’inclusione del medico di categoria nella commissione prevista per le visite di verifica, presenza fondamentale in quanto potrebbe sostenere le ragioni dell’invalido attraverso la stesura di un parere motivato.
L’Anmic sta valutando tra l’altro se la composizione dell’attuale Commissione di Verifica non contrasti con l’Art. 3 dello Statuto Associativo che recita :
“L’Associazione esercita le funzioni di rappresentanza e di tutela degli interessi morali e materiali dei mutilati e invalidi civili, ad essa conferite con legge 23 aprile 1965, n. 458, e confermate con decreto del Presidente della Repubblica 23 dicembre 1978, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 3 marzo 1979.”
Ci si chiede pertanto quale possa essere la tutela e di quali interessi morali e materiali gli invalidi civili usufruiscano, se nella Commissione in oggetto, non vi è presente il medico Anmic.
Voglio ora raccontarvi una storia realmente accaduta la scorsa estate che sta procurando danni enormi, specie economici, alle persone più deboli : i percettori dell’indennità di accompagnamento.
Nel Giugno del 2010, all’interno delle Misure Anticrisi, il Governo presentò un emendamento attraverso il quale si cercava di modificare i criteri per la concessione dell’indennità stessa.
Infatti era stato sufficiente aggiungere al testo della L.508/1988, lettera B  comma 2, 3 semplici parole ;
“permanente”
“complesso”
“elementari”
per cambiare totalmente i criteri di concessione dell’indennità di accompagnamento che avrebbero provocato ricadute negative se fosse stato approvato.
Cosa  cambiavano queste 3 parole?
1.Impossibilità PERMANENTE di deambulare
La relazione all’emendamento spiegava in modo chiaro ed inequivocabile che
“il deficit della deambulazione deve essere permanente ed assoluto tale da rendere siffatta funzione del tutto impossibile senza l’aiuto di un accompagnatore”
Cosa cambiava in rapporto a prima?
La persona che deambulava con enorme fatica, anche con l’aiuto di un tripode, stampelle ed altri ausili, anche in modo lento, non avrebbe più ottenuto l’indennità di accompagnamento

2.Atti quotidiani della vita
Qui si raggiunge il massimo del Bizantinismo !
Cosa sono gli atti quotidiani della vita?
Gli atti quotidiani si dividono in :
“ELEMENTARI”   che sono : fare il bagno
vestirsi
uso del gabinetto
mobilità
continenza
alimentazione
“STRUMENTALI”   che sono :
uso del telefono
Fare acquisti
Conoscere e gestire il denaro
Preparare il cibo
Governare la casa                                    Cambiare la biancheria
Usare i mezzi di trasporto
Uso corretto dei farmaci
L’emendamento proposto dal Governo prevedeva che il disabile, per ottenere l’indennità di accompagnamento, non doveva essere in grado di compiere il complesso degli atti elementari, MENTRE NON TENEVA MINIMAMENTE in considerazione il compiere anche gli atti strumentali.
Da ciò si può ben capire che quelle 3 parole potevano costituire, lasciatemelo dire, forse la fine dell’indennità di accompagnamento.
Ma, grazie alla manifestazione del Luglio scorso, e alla capacità dimostrata dal nostro Presidente Nazionale e alla tempestività delle proteste come già ho detto,L’EMENDAMENTO RITENUTO INOPPORTUNO ed ECCESSIVAMENTE RESTRITTIVO fu ritirato.
E ALLORA DIRETE VOI perché RACCONTARCI TUTTA QUESTA STORIA QUANDO LA CATEGORIA, ATTRAVERSO LA MANIFESTAZIONE HA OTTENUTO CIÒ CHE CHIEDEVA ?
BENE !
A TRE MESI DI DISTANZA DALLA CONVERSIONE DEL  D/L 78/2010, quello per intenderci oggetto della manifestazione, l’Inps in una propria comunicazione del 20 settembre, (interna e non diffusa nel sito ufficiale),, del Direttore Generale a tutti i dirigenti regionali INPS detta loro “Linee guida operative in materia di invalidità civile”, nella quale vengono fornite indicazioni relative ai requisiti sanitari per la concessione dell’indennità di accompagnamento.
Dalla lettura delle “Linee Guida” sono abbastanza evidenti le forti similitudini presenti con i principi e le indicazioni contenute nell’emendamento cassato in sede referente dal Parlamento.
E così il cerchio si chiude, la legge buttata dalla porta in quanto ritenuta inopportuna,, ed eccessivamente restrittiva è rientrata in un modo subdolo (attraverso una circolare interna e quindi non diffusa) dalla finestra.
VERGOGNA !!!!
Abbiamo dimostrato come, con una circolare interna, si possano dettare  “linee guida operative in materia di invalidità civile”, fornendo di fatto, nuove indicazioni in merito ai requisiti sanitari richiesti per la concessione dell’indennità di accompagnamento.
Ora vorrei dimostrarvi che, quando si tratta di disabili, non sono sufficienti due leggi dello Stato per vedere riconosciuti i propri diritti.
Le due leggi cui si fa riferimento sono:
la legge 118/1971 il cui art. 8, quarto comma così recita:  “gli elenchi dei nominativi, di cui al comma precedente sono trasmessi contemporaneamente all’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi civili di cui alla legge 23 aprile 1965, n.458, a cura del Segretario della commissione”.
e ribadito con la legge 183/2010 all’art. 24, ultimo comma che così recita: ….” Rimangono fermi gli obblighi previsti dal…4° comma dell’art.8 della legge 30 marzo 1971 n.118, concernenti l’invio degli elenchi delle persone sottoposte ad accertamenti sanitari, contenenti soltanto il nome, il cognome, e l’indirizzo…”
Due leggi per ribadire il medesimo concetto, e a tutt’oggi gli elenchi pervenuti sono “0”.
In un incontro avvenuto nel mese di gennaio il direttore dell’INPS di Parma ci ha letto una circolare, anch’essa interna e quindi non in nostro possesso, con la quale pare, che la sede centrale dello stesso Istituto, abbia fatto non so quale ricorso e che comunque, per ricevere gli elenchi avremmo dovuto rivolgerci all’AUSL.
Abbiamo provveduto in data 1 marzo c.a. a diffidare l’Ente; ebbene la risposta è stata come sopra.
A questo punto, visti i fatti sopra descritti, mi pongo la seguente domanda: “ Siamo ancora in uno stato di diritto?” “ Fino a quando, o Catilina abuserai della nostra pazienza?”
Siamo invalidi civili, “ ma civili fino a quando?”

La presenza dell’ANMIC a Parma
Ricorre quest’anno il 55° anniversario della Fondazione dell’ANMIC nella nostra Provincia.
Abbiamo qui presente ancora, consigliere attivo, il Cav. Enzo Mazzoli che è stato fra i primi a comprendere l’importanza di una Associazione Nazionale che lottasse affinché  anche a questa categoria fossero riconosciuti i diritti sanciti nella  Costituzione.
Per non dimenticare quei tempi, le lotte sostenute e i sacrifici compiuti, la nostra sede provinciale ha pubblicato due volumi:
La storia fotografica dell’Associazione;
Conoscere l’ANMIC, conoscere la disabilità (dedicato ai giovani, dedicato a tutti).
Sono due volumi che l’ANMIC provinciale auspica possano essere di stimolo e di guida,  specie in questi momenti in cui temiamo una caduta di tensione morale ed ideale, per trovare la giusta tensione ideale necessaria per superare gli ostacoli che senz’altro si presenteranno nel prossimo quinquennio.
Partendo da quel piccolo gruppo, che 55 anni fa ha dato vita all’ANMIC nella nostra provincia, l’Associazione nel corso del tempo è notevolmente cresciuta.
Oggi conta su un:
consistente corpo associativo, che ringrazio per la fedele adesione;
numeroso gruppo di volontari che, con la loro presenza discreta ma preziosa, consentono all’Associazione di svolgere un enorme mole di lavoro.
A nome di tutti gli invalidi, ringrazio con tanta riconoscenza.
Un ringraziamento di cuore va a Claudia, Cristina, Mara e Simone che con pazienza, intelligenza e professionalità, svolgono giornalmente la loro attività e anche grazie al loro fattivo contributo, permettono all’ANMIC di essere presente nella società parmense.
La nostra Associazione ha decentrato la propria attività in ulteriori tre sedi intercomunali:
Borgotaro
Fidenza
Langhirano
per essere sempre più vicina agli invalidi e ai loro problemi.
La sede provinciale, da oltre 40 anni si è dotata di un giornale “ Notiziario Anmic” sul quale annotiamo per gli associati i fatti più importanti che avvengono nella nostra Provincia.
Nell’ultimo numero, cari associati, troverete anche due pagine relative al Congresso della sede provinciale di Reggio Emilia ed il programma di lavoro da svolgere, che è stato inviato a tutti gli iscritti di quella provincia.
Poiché riteniamo importante l’informazione, abbiamo intenzione di continuare fino a che quella sede riuscirà a svolgere in modo autonomo questa importante funzione.
Non possiamo dimenticare che un decreto del 30 aprile dello scorso anno ha elevato di 5 volte le spese di spedizione rendendo più difficile il dialogo con gli associati.
E’ importante rammentare che da quasi 20 anni la nostra sede provinciale, al fine di dare una sempre migliore assistenza alla categoria, si è collegata col Patronato ACAI per pratiche e servizi di loro competenza . Oggi abbiamo nostro gradito ospite il Presidente Nazionale, avv. Maiolica.
Da oltre 10 anni funziona presso la sede di Parma anche un CAF-ACAI che crediamo debba essere ampliato, vista la presenza sempre più numerosa di disabili e delle loro famiglie che chiedono di risolvere le pratiche  d’assistenza fiscale.
In questo particolare momento, nel corso del nostro congresso provinciale, voglio ringraziare di cuore coloro che ormai da tanti anni collaborano attivamente e del tutto disinteressatamente, mettendo al servizio della categoria la propria professionalità: l’architetto De Giovanni,il medico fiscale dr. Nadalini e l’avvocato Petronio.
La sede provinciale di Parma, come credo tutte le altre sedi provinciali, si è posta come obiettivo fin dal suo sorgere, la crescita della cultura dell’integrazione nella società parmense trovando al suo fianco in questo compito fondamentale le Amministrazioni locali.
Assieme, Associazioni ed Amministrazioni, con sensibilità e discernimento, hanno sollecitato, colto e valorizzato le idee che nascevano nella società parmense e che ci hanno consentito, con la loro successiva applicazione, un miglioramento della qualità della vita per tutti.
Ecco perché, la sezione parmense dell’ANMIC, nella continua ricerca di strumenti che contribuissero ad elevare la cultura dell’integrazione, venuta a conoscenza del progetto di un gruppo di persone che si proponevano di costituire un centro di documentazione per raccogliere memorie, strumenti, tecniche utilizzate per l’integrazione scolastica e lavorativa delle persone disabili, ha subito accolto e messo a loro disposizione la propria sede, anche per ospitare la loro biblioteca.
Per diversi anni l’ANMIC ne ha sostenuto l’intero onere finanziario che non è mai venuto meno neppure quando si è ridefinito, assieme al Comune e alla Provincia, il progetto di Fondazione di una nuova struttura autonoma e indipendente.
Credo che questo intervento abbia rappresentato per l’Associazione il migliore investimento culturale di sempre.
Oggi, questa struttura denominata Cepdi (Centro Provinciale di Documentazione per l’Integrazione), la cui sede è contigua alla sede ANMIC, ha l’adesione di circa un cinquantina di soci:
Enti pubblici di tutta la provincia
Enti culturali ( fra i quali abbiamo l’onore di annoverare la nostra Università degli Studi)
Associazioni professionali
Associazioni di Disabili
Fondazioni bancarie.
Il Centro sta crescendo nella sua presenza sul territorio anche se momentaneamente, la crisi economica lo ha messo in una fase di stallo.
Molto abbiamo investito ma molto di più abbiamo ricevuto di ritorno sotto forma della migliorata qualità della cultura dell’integrazione nella nostra provincia.
E’ con grande soddisfazione che oggi possiamo dire “avevamo visto giusto”.
Fin dal 1997, anche nella nostra provincia è stata creata la Federazione fra le Associazione dei Disabili, la FAND il cui compito primario è quello di andare al superamento degli interessi particolari delle singole associazioni per iniziare a pensare, parlare, e costruire una vera nuova forza nella fondata certezza che i gravi problemi che ci uniscono, sono molto più importanti di quelle piccole rendite di posizione che ci differenziano.
Dobbiamo avere il coraggio e la consapevolezza di abbattere tutti quegli steccati spesso assurdi, costruiti nel tempo, per presentarci con idee chiare, documenti comuni, come si richiede ad una vera Federazione al confronto con le controparti.
Crediamo sia importante rimettere in moto quelle osmosi di idee e di impegni che avevano caratterizzato i primi tempi di attività della FAND.
E’ sufficiente guardare gli ultimi numeri del “Notiziario Anmic” per renderci conto che questa sede provinciale, accanto agli ormai purtroppo annosi problemi e parzialmente risolti quali
Lavoro;
Pensioni;
Barriere architettoniche;
Scuola ecc.
ha iniziato a trattare altri due problemi altrettanto importanti per le persone disabili : lo sport e il tempo libero.
Siamo stati anche sollecitati ad affrontare queste due tematiche dall’ingresso nel Consiglio Provinciale dell’amico Walter Antonini da sempre, oltre che uomo di cultura, persona che ha dedicato il proprio tempo allo sport oggi con la carica di responsabile dell’Agenzia dello Sport della Provincia di Parma.
A nome della Anmic porgo i miei migliori auguri di un buon lavoro.
Credo inoltre sia importante ricordare a tutti che Luca Pancalli, componente del direttivo Nazionale e del Comitato Centrale dell’Anmic,, ricopre pure la carica di VicePresidente Nazionale del Coni.
Ritornando al problema dello sport, fino a non molto tempo fa, il disabile era quasi impossibilitato a svolgere attività sportiva, sia amatoriale sia agonistica; ora, grazie alla tecnologia che offre continuamente nuove possibilità, ma soprattutto grazie alla caduta di certi insensati pregiudizi (vedasi il potere della cultura! ) che pare abbiano lasciato il posto allo spirito di uguaglianza, stiamo assistendo a cambiamenti, anche graduali, ma decisamente importanti anche in questo settore.
Voglio ricordare che Antonini ripete spesso che mai lui scenderebbe in campo con i pantaloncini corti mentre i giovani della sua “Magik” entrano in campo senza alcun pregiudizio.
A supporto del nostro sforzo per rendere più accessibile a tutti la pratica sportiva vorrei qui riportare il comma quinto dell’Art. 30 della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità che recita :
“Al fine di permettere alle persone con disabilità di partecipare su base di eguaglianza con gli altri alle attività ricreative, del tempo libero e sportive, gli Stati Parti prenderanno misure appropriate” e detto sinteticamente per:
incoraggiare e promuovere la partecipazione organizzando attività ricreative specifiche;
assicurare l’accesso agli impianti sportivi non solo agli adulti, ma anche ai bambini con disabilità, garantendo in ogni caso la fruibilità dei servizi variamente intesi.
Il futuro che ci aspetta sarà pertanto pieno di ulteriori, nuovi impegni.
Per l’Anmic, specie se avremo anche il contributo fattivo della Fand e del Comitato Italiano Paralimpico, deve costituire un ulteriore importante stimolo di presenza e come al solito, di lotta.
Allo scopo di incrementare nella nostra provincia la partecipazione delle persone disabili nel mondo dello sport, la Provincia di Parma ha pensato di istituire il Premio “Un Comune per Amico”.
Questo è un importante riconoscimento che l’Ente, assieme al Comitato Italiano Paralimpico e all’Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi Civili, assegna annualmente ( e questo è stato il 3° anno) a quel Comune o a quei Comuni che si sono impegnati ad abbattere sia le barriere architettoniche negli impianti sportivi, sia nella viabilità che conduce all’impianto al fine di consentirne l’accesso,  e l’uso anche alle persone diversamente abili.
È appena il caso di ricordare i lusinghieri successi ottenuti nelle ultime paralimpiadi che ci fanno pensare di essere sulla buona strada.
Nonostante questi promettenti risultati sportivi, voglio qui ricordare che per il numero degli atleti impegnati, la classifica internazionale ci colloca attorno al 30° posto, mentre altri paesi Europei quali Francia, Germania, Spagna ed Inghilterra occupano posti fra i primi 10 nella classifica.
È appena il caso di menzionare che i comitati paralimpici di queste Nazioni godono di risorse di bilancio anche 5 volte superiori alle nostre.
Un ultimo dato deve costringerci a riflettere :   in Italia
-180.000 circa sono i bambini disabili che frequentano la scuola dell’obbligo;
– 15.000 circa sono coloro che svolgono attività sportive.
Dobbiamo pubblicizzare il premio “ Un Comune per Amico” e se possibile esportarlo anche in altre Province affinché le persone disabili riescano ad accedere e ad usare gli impianti sportivi.
In questi ultimi anni Parma ha raccolto molti positivi risultati grazie alle iniziative messe in campo dall’Agenzia dei Disabili del Comune di Parma.
Sono stati realizzati :
Il Libro Bianco sull’accessibilità e mobilità urbana con il concorso anche dell’Anmic Nazionale;
Interventi che hanno portato al riconoscimento di Parma come città più accessibile d’Italia secondo il giudizio dell’Unione Europea
Il premio “Un Comune per Amico“ per rimanere in campo locale.
Tutti noi siamo perfettamente consapevoli del ruolo fondamentale che l’accessibilità e la mobilità hanno riguardo l’inclusione delle persone con disabilità nella società.
Concordiamo pienamente con tutti coloro che si battono per assicurare condizioni di parità con gli altri riguardo l’ambiente e il trasporto, l’informazione e le comunicazioni; pertanto sarà fondamentale identificare e rimuovere tutti quegli ostacoli che non permettono a queste persone di godere delle condizioni di parità.
Crediamo sia importante incentivare l’accesso alle nuove tecnologie con una nuova e continua ricerca per ogni specifico tipo di disabilità portandole successivamente a conoscenza del personale docente della scuola. Impegno anche più importante     è fare in modo che queste tecnologie divengano accessibili “ad un costo minimo”.
È importante inoltre impegnarsi a tutti i livelli perché sia recepita l’importanza della preparazione di personale altamente specializzato al servizio delle persone disabili.
Posso assicurare che questi ed altri problemi qualificati sono oggetto di ordini del giorno della Consulta Comunale di Parma presieduta in modo egregio dalla Prof.ssa Wanda Emilia Caronna.
Altre importanti iniziative sono state progettate e portate a buon fine dall’Agenzia disabili sotto la guida esperta dell’Assessore Bernini che credo è giusto qui ricordare, perché hanno migliorato concretamente la qualità della vita dei disabili e delle loro famiglie,  ad esempio:
Il Centro per l’autismo;
I parchi giochi accessibili
La “Fondazione Dopo di noi”
Auguriamoci che nel prossimo futuro si continui ulteriormente a raggiungere altri e luminosi traguardi.
Ogni tanto mi viene da pensare che, mentre siamo impegnati in questi dibattiti, un automobilista normodotato, (si fa per dire), parcheggia la sua auto in uno stallo riservato alle persone con disabilità.
Ecco, perché ritengo importante insistere su queste problematiche con le nuove generazioni, auspicando che non seguano l’esempio negativo degli adulti.
LEGGE 68/99
L’Anmic da sempre ha privilegiato il lavoro alla pensione.
Il nostro Presidente Nazionale non perde occasione per ricordare a tutti che “ un posto di lavoro in più rappresenta spesso una pensione in meno” .
È appena il caso di ricordare che l’Associazione in questi oltre 50 anni di vita, organizzando marce del dolore, manifestazioni e quant’altro, sfidando spesso gli sbarramenti della forza pubblica, è riuscita ad ottenere importanti leggi riguardanti il lavoro ( 1539/65 e 482/68 ) utilizzando le quali, migliaia e migliaia di persone disabili hanno ottenuto un posto di lavoro, che assume un’importanza particolare per la persona disabile specie se si tratta di “lavoro mirato” come dice l’Art. 2 della Legge 68.
Infatti il lavoro :
Valorizza le capacità personali ;
Consente l’inserimento della persona a pieno titolo nella società ;
Consente l’acquisizione di proprie risorse economiche ;
Consente un’ ulteriore e fondamentale possibilità di sviluppo culturale.
È appena il caso di ricordare a me stesso e a voi tutti, che il lavoro in particolare per la persona disabile, ha sempre rappresentato uno stimolo importante per migliorarsi, per socializzare, per costruirsi una vita affettiva propria, in molti casi inoltre l’attività lavorativa può contribuire, unitamente ad appropriate cure mediche, anche a un recupero psico-fisico delle persone.
Fin dal suo sorgere la Legge 68 presupponeva una collaborazione fattiva con la nostra Provincia, collaborazione che si è ulteriormente intensificata nel tempo.
La corretta applicazione della Legge 68/99 rappresenta un difficile compito in quanto si tratta di costruire un progetto su misura per ogni persona, e perciò il SILD, l’ufficio provinciale a ciò preposto, riserva alla nostra Associazione un grande ascolto, affinché si costruiscano assieme le giuste risposte per ciascun disabile.
Voglio ricordare due iniziative importanti che l’Amministrazioni provinciale ha assunto in questi ultimi anni :
Il Convegno “Oltre la 68” realizzato nel 2008 ;
Il premio “Qualità sociale d’impresa” istituito nel 2010 ;
Il Convegno è servito per dibattere e confrontarci sulle proposte da attuare, quando fra qualche anno la Legge 68/99 non permetterà più di collocare in quanto non saremo più in presenza di scoperture, ma solo di piccoli e quasi insignificanti interventi.
Questo Convegno ci ha consentito di prendere in esame anche realtà ed esperienze di altri Paesi, in particolare la Danimarca e l’Olanda.
Il premio “Qualità sociale d’Impresa”  ha avuto il compito di attribuire un tangibile riconoscimento morale a quelle realtà imprenditoriali e sociali della nostra Provincia, che si sono distinte nell’inserimento delle persone disabili.
Con l’istituzione di questo Premio si è voluto valorizzare l’impegno concreto delle aziende che hanno liberamente scelto di andare oltre gli obblighi di Legge, concedendo alle persone con disabilità, opportunità formative ed occupazionali.
Ho citato queste due iniziative perché entrambe sono legate da un’unica volontà : la concreta e puntuale attuazione nella nostra provincia della legge 68/99, che ha portato ad ottimi risultati, visto che al 31/12/2010 erano state effettuate assunzioni totali per 3668 disabili riducendo ogni giorno di più i posti disponibili.
Pertanto, dopo un confronto con le Associazioni d’impresa, dei disabili e dei Sindacati, abbiamo voluto che l’intera comunità riflettesse su un tema importante quale quello della partecipazione al lavoro delle persone disabili e questo in un particolare momento di crisi, quale quello che stiamo attraversando !
A questo punto l’Associazione si sente di rivolgere alle aziende della nostra provincia e all’Amministrazione Provinciale un sentito ringraziamento in quanto sempre molto attente alle nostre problematiche.
È giunto il momento di concludere questa mia relazione nella quale ho cercato di puntualizzare alcune cose, tralasciandone altre, fra le quali mi sovviene “Educazione solidale” manifestazione organizzata dall’Anmic  e sponsorizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio che gentilmente oggi ci ospita.
L’Associazione ritiene che sia importante aprire un tavolo di lavoro con le organizzazioni sindacali per continuare ad approfondire questi nostri problemi che possono trovare una giusta soluzione solo con un dialogo corretto.
Questi sono i punti di un programma attraverso il quale ci si propone di migliorare la qualità della vita per tutti per gli anni futuri.
Per realizzare questi interventi occorreranno nuove risorse cui attingere.
Queste possono essere trovate solo attraverso una correzione profonda del rapporto fiscale fra Stato e cittadini, conducendo nel Paese una seria lotta all’evasione fiscale e agli sprechi nella spesa pubblica.