28.09.2011 – Il Congresso Nazionale dell’Anmic, che ha riunito a Silvi Marina il 15, 16 e 17 settembre scorsi 400 delegati da tutta Italia, ha confermato alla guida dell’assoziazione per il terzo mandato consecutivo, con votazione unanime, il dott. Giovanni Pagano. Il rieletto presidente ha così commentato la sua conferma: “Nell’accettare con gratitudine e senso di responsabilità il grave compito che mi è stato affidato voglio ringraziare anzitutto le migliaia di invalidi civili che con il loro sostegno ci danno la forza di far sentire la loro voce in questi tempi difficili”.

Tempi difficili in cui “ci attendono battaglie decisive” spiega Pagano:  “Dopo l’azzeramento del fondo per la non autosuffcienza e l’annunciata riforma dell’assistenza ci attendono a breve battaglie decisive a difesa dei diritti acquisiti; a difesa dell’indennità di accompagnamento e di un welfare che aiuti davvero le famiglie con anziani o figli non autosuffcienti. L’Anmic vigilerà, non permettendo che la scure dei tagli annunciati cancelli 55 anni di conquiste sociali per i disabili“.

Di seguito il documento programmatico finale del Congresso:

Documento programmatico finale del XI° Congresso Nazionale A.N.M.I.C

L’ XI° Congresso Nazionale dell’A.N.M.I.C. riunitosi a Silvi Marina  (Te) nei giorni 15, 16, 17 Settembre 2011 presso i locali dell’Hotel President, approva la relazione del Presidente Nazionale uscente Dott. Giovanni Pagano.
Il Congresso innanzi tutto ricorda che, grazie al contributo fondamentale dell’A.N.M.I.C., il nostro Paese può contare su un numero significativo di provvedimenti legislativi a favore delle persone con disabilità ed in generale sulla totale normativa oggi in vigore in tema di invalidità civile.
Questo straordinario patrimonio  consente all’Associazione nel suo complesso di continuare ad assicurare agli associati e non,  la tutela migliore possibile, affinchè la qualità della loro vita possa essere sempre migliore.   È questo l’impegno che l’A.N.M.I.C. si è data nel passato ed è questo l’impegno che dovrà caratterizzarla per il futuro.
Il Congresso riconosce che fondamentale atto per le prospettive di inclusione e quindi per il miglioramento della qualità della vita delle persone con disabilità, è senza  ombra di dubbio “la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità”  approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 13 Dicembre del 2006, sottoscritta dall’Italia il 30 Marzo 2007, ratificata dal Parlamento Italiano con la Legge n. 18 del 3 Marzo 2009, pubblicata nella G.U del 14 Marzo successivo.
Risulta evidente che con tale significativo atto la Comunità Internazionale ha messo in piena luce il tema assai spinoso della disabilità, studiandola in ogni sua sfaccettatura, mirando chiaramente a rafforzare gli strumenti già esistenti ed a introdurne di nuovi al fine di rendere migliore il complesso sistema di diritti e di garanzie, tenendo sempre al centro del progetto la qualità della vita delle persone con disabilità.   A questo punto è giusto ricordare che già la Carta fondamentale del nostro Paese,  la Costituzione, in non poche norme di carattere programmatico, ha affermato il diritto all’uguaglianza di tutti i cittadini, nonché il diritto a pretendere da parte di essi una soddisfacente qualità della vita, diritti questi che, ovviamente, debbono essere assicurati dalle Istituzioni ad ogni livello.
Il Congresso, dunque, riconosce che la “Convenzione” rappresenta per l’A.N.M.I..C.  il consuntivo, sicuramente positivo, di oltre 50 anni di manifestazioni e di lotta per l’affermazione dei diritti fondamentali che debbono spettare alle persone con disabilità, in quanto tutte appartenenti al genere umano e tutte degne di una migliore qualità della vita.  Per questo è doveroso garantire a tutti il riconoscimento e l’esercizio dei diritti civili, politici, sociali, economici e culturali.
Altro evento in campo Nazionale che ha avuto notevole importanza e risonanza è stata la “Proposta di Legge di iniziativa popolare per equiparare le pensioni degli invalidi civili alle pensioni minime”.
A questo proposito è bene ricordare che da tempo negli organismi centrali associativi si stava valutando il possibile impatto della citata proposta di legge e la conseguente raccolta di firme nel Paese.
Il Congresso sottolinea che l’obiettivo primario era quello di far conoscere alla cittadinanza l’importo della pensione e le evidenti discriminazioni alle quali erano sottoposti gli invalidi civili costretti a vivere con soli 246 euro al mese, che rappresentano meno della metà dei 580 euro che vengono erogati mensilmente ai pensionati al minimo.   Il Congresso ricorda che tutte le forze vive dell’Associazione, a livello nazionale, regionale e provinciale, hanno contribuito alla raccolta delle firme che raggiunsero, nel tempo prescritto dalla Legge, la misura complessiva di n. 300.000 e constata che, purtroppo, more solito, la proposta a livello istituzionale non ha avuto il seguito sperato.